domenica 19 aprile 2015


PAGINE DI STORIA

DOPPIO ORRORE … PER UN DOPPIO NAUFRAGIO

Se è d’obbligo festeggiare gli anniversari, segno del tempo che passa, è anche d’obbligo far sì che i festeggiamenti siano degni dell’evento… capita, però, che non tutti gli anniversari siano ‘’ricordi di cose buone’’; capita di dover festeggiare anniversari molto tristi… anni molto difficili… eventi da dimenticare… situazioni di vita da cancellare… anni di vita che non si sarebbero voluto vivere in quel modo…

I fratelli Maristi Blu, che resistono ad Aleppo, hanno inviato una loro testimonianza a una settimana dal quarto anniversario dell’inizio della guerra in Siria…

‘’Tra pochi giorni, il 14 marzo, per Aleppo, città siriana,  comincerà il quinto anno di guerra.
Triste anniversario.
In Siria nessuno si sarebbe immaginato che le cose sarebbero andate in questo modo; nessuno voleva la distruzione del Paese, la morte di 250.000 persone, per non parlare delle centinaia di migliaia di persone ferite o mutilate e l’esodo di milioni di rifugiati e la sofferenza di 8 milioni di sfollati.
Triste anniversario.
I Siriani soffrono nel vedere il nome del loro Paese associato al terrorismo internazionale, soffrono nel sapere che 30.000 persone provenienti da 80 Paesi sono venute per combattere per il jihad in Siria come se il jihad facesse parte della tradizione siriana, mentre il Paese è sempre stato un esempio di tolleranza e di convivenze tra le diverse religioni.
Triste anniversario.
I cristiani siriani sono sconvolti dagli attacchi mirati del califfato islamico contro i cristiani caldei di Mosul, dal brutale assassinio dei cristiani copti egiziani in Libia e più recentemente dall’allontanamento dei cristiani assiri dalla provincia di Hasakah in Siria. A chi toccherà la prossima volta?
I cristiani della Siria sono angosciati… noi abbiamo paura.
Triste anniversario.
Manca tutto: petrolio, gas, elettricità, acqua, medicine e tante altre cose necessarie. 
Gli Aleppini hanno freddo a causa di un inverno rigido come quello di quest’anno.
Il costo della vita è salito alle stelle, i prezzi dei vari prodotti prima della guerra 
sono stati moltiplicati per 5 e a volte per 10.
Triste anniversario.
I siriani sono, a dir poco, delusi dall’ atteggiamento dei governi occidentali e dalla comunità internazionale, da questi pompieri-piromani che non vogliono spegnere il fuoco che hanno promosso e finanziato mediante dichiarazioni televisive, ma che non  hanno il coraggio di avviare una soluzione politica in contrasto con i loro interessi egoistici.
I Siriani sono disgustati da tutti i media che mostrano o parlano soltanto della sofferenza di 300.000 persone che vivono nei quartieri di Aleppo controllati dai gruppi di ribelli armati, dimenticando i 2 milioni di persone che vivono nella parte che si trova sotto il controllo dello Stato siriano e che soffrono come gli altri e forse più degli altri.
Gli Aleppini, rimasti sul posto, ci danno lezione di coraggio e motivi di speranza.
Ma l’anniversario è sempre triste.
Quando li vedi fare qualsiasi lavoro per sopravvivere, mandare i figli a scuola o all’università malgrado l’insicurezza, uscire ogni mattina da casa senza nessuna garanzia che ti assicuri che una pallottola di un cecchino non ti colpisca lungo la strada, rimanere in casa sapendo che la prossima bomba potrebbe cadere sulla loro costruzione, giorno dopo giorno contando solo su stessi e… su Dio.
Ed è proprio per loro che noi, Maristi Blu, continuiamo i nostri progetti. Il piano per alloggiare gli sfollati sta crescendo e continua il suo percorso. Abbiamo già sistemato 57 famiglie di sfollati e, se non siamo stati in grado di fare di più, è solo per mancanza di mezzi.
I nostri vari cesti alimentari mensili sono sempre distribuiti con grande generosità. Oltre al cibo, diamo a queste famiglie vestiti, materassi, coperte. Presto distribuiremo le scarpe a tutti i bambini. Ogni giorno alle ore 12 distribuiamo 550 pasti caldi. Il programma feriti di guerra continua la sua missione curando, gratuitamente, nel migliore ospedale di Aleppo i civili feriti. Grazie alla generosità e al volontariato dei migliori medici e chirurghi della città e la dedizione delle suore di san Giuseppe dell’Apparizione. Continuiamo anche a prenderci cura dei bambini e dei giovani che per noi sono la priorità. I due progetti ‘’Imparare a crescrere’’ e ‘’Voglio apprendere’’ intrattengono ogni giorno di più di 150 bambini di età prescolare e scolare (che non vanno a scuola per vari motivi).
I cristiani del nostro Paese sono in preda ai barbari.
Tuttavia e nonostante tutto, anche se abbiamo perso un po’ la speranza, manteniamo intatta la nostra SPERANZA, senza la quale la nostra fede è priva di significato’’. (Nabil Antaki. Da Avvenire 7 marzo 2015) .


Ora… noi ieri, 19 aprile, siamo rimasti inorriditi per i 700 migranti che hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo, con il peschereccio che si  è ribaltato a causa dello spostamento di massa dei migranti, per salire sul peschereccio che li stava soccorrendo.
Certo il mondo ne ha parlato abbondantemente, molti si sono scomodati per commentare, deliri politici si sono alternati, molti hanno parlato quasi col cuore in mano, ma molti sono stati anche i bravi ‘’attori’’, pur facendo ben altro di mestiere; le loro parole non convincevano, pur avendo ricevuto gli applausi da un pubblico che assisteva ad un normale spettacolo televisivo; non convincevano perché il vero dolore non è fatto di parole, ma di fatti, fatti concreti, non propagande, non sfruttamento delle tragedie per accusare questo o quello, ma di decisioni concrete volte ad impedire realmente ulteriori tragedie.
Le parole sono scorse a fiumi, accuse, attacchi, idee poco chiare, tentativi di depistare le vere responsabilità, mani che si lavavano davanti al mondo, mani che si nascondevano perché portavano il sangue di tragedie non solo annunciate ma, per l’ennesima volta, drammaticamente consumate.
L’orrore ieri è stato doppio.
La morte di tanti giovani che hanno sperato in un mondo più civile e più umano.
Giovani che hanno subìto torture e  sevizie di ogni genere, non solo nel loro Paese d’origine, insanguinato da lotte civili, ma anche nelle carceri libiche dove erano stati rinchiusi in attesa dei soldi dei loro familiari per pagare il viaggio che avrebbe dovuto dare loro la libertà. Rinchiusi per mesi in carceri-pollaio, incatenati, picchiati con spranghe di ferro, allucinanti le sevizie con i cavi elettrici ai polsi e alle caviglie più volte al giorno… tutto questo per una speranza di vita… una speranza di aiuto da parte di una civiltà più civile… una civiltà, però, 
che era solo nei loro sogni!
Il loro inganno, infatti, è stato doppio: partire non assicurava nessun arrivo; e le civiltà che sognavano fossero più civili si sono manifestate di gran lunga al di sotto delle loro aspettative.
L’orrore, ieri, è stato doppio anche per noi:
-         la morte di chi sperava in…
-         la morte della nostra civiltà!
Non ho visto una civiltà viva e operosa, all’altezza del suo progresso che si dice sia ‘’avanzato’’.
Ma forse ‘’quell’avanzato’’ è riferito solo ad alcuni aspetti molto secondari; la crescita vera, quella del ‘’cuore’’, non c’è mai stata.
La crescita che rivoluziona il mondo, quella della condivisione vera delle difficoltà e delle sofferenze altrui, non è mai stata veramente avviata.
Niente e nessuno smuove i cuori narcotizzati dal denaro, unico argomento sempre al centro di ogni discorso, formale o informale, pubblico o privato, politico o sociale. L’unico argomento che muove il mondo. 
Che agita le acque. Che scuote gli indolenti.
L’orrore ieri è stato doppio.
Le parole che scorrevano a fiume. Le accuse reciproche come valanghe che travolgevano 
ora questo ora quel politico.
L’immobilismo ad oltranza.
Le speculazioni sulle speranze deluse dei giovani naufragati.
Non si è saputo fare altro.
Nient’altro.
Per alcuni giorni se ne parlerà ancora, fino a quando ci sarà speranza di recuperare qualche altro corpo.
Poi tutto sarà inabissato come le tante centinaia di corpi che non potranno ricevere  mai sepoltura. Come se non fossero mai esistiti.
E chissà… questo potrebbe essere anche motivo di esultanza… per le bare risparmiate e le spese evitate.
Macabro commento, lo so, ma quanto mai veritiera e altrettanto macabra realtà!
I loro sogni, le loro famiglie, i loro nomi, le loro urla, le loro speranze,  i loro desideri, sono stati reali.
Irreali sono le nostre parole di circostanza. Le nostre lacrime di plastica.
I nostri dibattiti a vuoto. Le nostre accuse e le nostre soluzioni irrealizzabili, perché non sostenute 
dalla volontà di agire veramente.
Piangiamo 700 corpi violentati dall’immobilismo del mondo.
Ne siamo tutti responsabili.
E mentre piangiamo loro, dimentichiamo i milioni di corpi sventrati, trucidati, sgozzati, fucilati… che da anni insanguinano il Medio Oriente e l’Africa Centrale e noi… qui a fare demagogia… a contare i naufraghi causati dalle nostre volontarie incompetenze e a fare statistiche tra un anno e l’altro.
E tutto si esaurisce in uno spazio televisivo che presta le sue manovalanze, ma che termina 
con un ciak e un arrivederci al prossimo disastro.
Doppio orrore, ieri.
Un orrore che dovrebbe sconvolgere le notti di chi potrebbe almeno tentare che tutto questo non continui, 
che le stragi non si ripetano, che i genocidi non siano un’ ulteriore pagina di storia.
Sì, siamo abituati alla storia letta sui libri.
Siamo diventati bravi a leggere, ma non siamo altrettanto bravi nello scrivere la storia sul campo, 
quello proprio non sappiamo farlo.
Doppio orrore.
La morte dei naufraghi e la morte della civiltà europea.

C’è un mondo in guerra.
Non vogliamo la guerra.
Ma che qualcuno ci provi almeno a proporre la pace!!!

La lettera dei Maristi Blu è il grido di un mondo che non regge più. Uno dei tanti.
Che ci sia qualcuno che abbia il coraggio di raccoglierlo… almeno qualcuno!

L’orrore è doppio… e purtroppo resterà tale… chissà ancora per quanto tempo!

Anche il naufragio ieri è stato doppio:


-         il peschereccio libico…

-         e la civiltà dei Paesi civilizzati… civilizzati forse solo nei loro sogni migliori… 
perché in realtà, fatti alla mano, tale civilizzazione è ancora tutta da avviare!

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