mercoledì 11 gennaio 2017



PAGINE DI STORIA

“Boko Haram sta sterminando i civili”

Intervista a Marco Loiodice - 
Il Giornale,  9 Gennaio 2017

‘’È in corso un tremendo conflitto armato tra l’esercito del governo nigeriano e il gruppo armato di opposizione Boko Haram, gruppo di sedicente matrice islamica sunnita.
Il conflitto si è inasprito nel 2009, dopo l’uccisione del leader fondatore Yusuf, sostituito da Abubakar Shekau, e si è intensificato ulteriormente nella seconda metà del 2015 quando il governo nigeriano di recente elezione, guidato dal presidente Buhari, si è progressivamente reso consapevole che il fenomeno si stava allargando in modo preoccupante.
Infatti, Boko Haram era riuscito a occupare i territori e le capitali di tre stati del nord-est: Borno, Yobe e Adamawa.
Nel 2010 Boko Haram è arrivato ad attaccare le basi ONU nella capitale della Nigeria, Abuja. Inoltre il fenomeno si stava (e si sta tuttora) estendendo all’intera regione del lago Ciad, coinvolgendo quindi il Niger del sud, il Ciad occidentale e il Camerun del nord-ovest.
Attualmente la presenza sui territori e la capacità di azione di Boko Haram è molto ridotta anche in conseguenza di un’azione militare congiunta dei quattro paesi coinvolti.
Tuttavia la componente di ostinazione del gruppo è tale che sconfiggerli appare ancora difficile. Quali sono i riflessi di questa tragedia sulla popolazione?
La popolazione è tragicamente provata dalla presenza di Boko Haram che negli anni ha progressivamente rotto le connessioni sociali e sottoposto a continui rapimenti e inaudite violenze i villaggi presenti nei territori occupati e in quelli adiacenti.
Boko Haram invade e distrugge i villaggi e arruola a forza bambini e bambine e massacra gli adulti che provano a fare resistenza. Ma la popolazione è provata anche dalla durezza dell’azione militare governativa che contrattacca tagliando le vie di sostentamento verso le aree occupate, mettendo a rischio di morte per fame anche i civili.
Il risultato di tutto ciò è quella che dall’ONU e dalle organizzazioni umanitarie è stata definita “la più grave carestia” degli ultimi decenni.
Di recente l’ONU è arrivata a dichiarare che nello stato di Borno non ci sono più bambini sotto i cinque anni, e che “un’intera generazione è stata cancellata” dalla fame e dalla guerra.
Ci sono 2.300.000 sfollati e 7.00.000 persone a rischio di morte di fame, di cui il 60% circa sono minori. La violenza subita da minori e dagli adulti rapiti poi è inaudita.
I maschi sono indottrinati alla guerra, le ragazze sono violentate di continuo perché gli affiliati di Boko Haram credono di ottenere una “continuità generazionale” mettendo al mondo figli, tanto che una delle vie che il Governo prova ad esplorare per individuare le aree occupate sono le cosiddette “vie del viagra”, che i guerriglieri comprano a questo scopo.
Ci troviamo nel Sahel, una regione già storicamente segnata da carestie nei nostri tempi a causa dell’avanzare del deserto e dal prosciugamento del lago Ciad. Una popolazione molto povera, di pastori e contadini, dalle tradizioni antiche di straordinario fascino rischiano di svanire.
Quali sono le connessioni con il terrorismo islamico e l’Isis?
Nel 2009 Boko Haram si è divisa in due gruppi: il primo ha conservato il nome originario e ha cominciato una strategia di occupazione dei territori simile a quella dell’Isis, guadagnandosi il riconoscimento di al-Baghdadi, che ha dichiarato la regione colonia africana dello Stato Islamico, chiamandola “Western Africa Islamic State”; il secondo, Ansaru, si è affiliato invece ad Al-Qaeda adottandone le strategie terroristiche.
Connessioni locali?
L’organizzazione è stata fondata nel 2002 come gruppo non armato di protesta contro la dilagante corruzione dello stato e la mancata distribuzione delle risorse economiche del sud pieno di ricchezze per la presenza del petrolio e delle risorse naturali attorno al delta del fiume Niger. Il gruppo contrapponeva alla corruzione, che sostenevano avesse origine dai costumi occidentali (infatti “boko haram” si può tradurre come “istruzione occidentale proibita”), alla purezza del messaggio islamico. Così facendo trovava un naturale consenso presso le comunità locali, molto povere e messe a dura prova dal progressivo deteriorarsi delle condizioni ambientali. Basti pensare che per un certo periodo Boko Haram arruolava principalmente adolescenti che avevano aspirazione a lasciare le campagne per avviare attività imprenditoriali autonome, a sostegno delle quali i Governi avevano promesso loro supporto economico mai arrivato , se non proprio da Boko Haram.
Quali sono le vicende umane che più l’hanno colpita?
Ce ne sono tantissime. Il fenomeno che più colpisce è la propensione delle comunità adiacenti all’epicentro della crisi ad ospitare i profughi. Si vengono così a costituire nuclei famigliari in media di 9 o 10 persone (fino anche a 15, 20) entro le quali la presenza di adulti può essere anche nulla. I contadini, spesso tentano il ritorno alle loro terre per esserci nella stagione della semina, e spesso sono costretti a tornare indietro sui loro passi avendo trovato le terre ancora occupate da Boko Haram oppure dai pastori nomadi. Si produce così una raccapricciante guerra tra poveri all’interno della guerra stessa.
Ho raccontato molte di queste storie nel mio blog: “Guardami in faccia!”
Le autorità religiose locali combattono il fenomeno?
Sono spesso state accusate di produrre i terroristi tramite le scuole islamiche, ma ciò è stato smentito da ricerche condotte sul campo. In effetti esse sono una delle chiavi per ridurre il potenziale consenso e l’arruolamento spontaneo dei giovani, perché contribuiscono a mostrare le profonde contraddizioni tra quanto predicato da Boko Haram e il loro comportamento.
Che ruolo può giocare l’istruzione?
È fondamentale perché le popolazioni locali possano capire in modo oggettivo da dove derivano questi fenomeni e quanto siano controproducenti. Serve anche nella direzione di attenuare la stigmatizzazione che i bambini che fuggono da Boko Haram devono subire per essere marcati come ex-soldati e quindi carnefici, mentre invece sono evidentemente solo vittime.’’

Se penso che questo articolo è stato scritto appena due giorni fa e non 4 Millenni fa, allora il brivido si fa più intenso e il pensiero s’incupisce fino ad inorridire di fronte ad una realtà simile!
Non che se fossero accaduti nel passato queste azioni sarebbero state giustificate, violenze simili non sono mai e per nessun motivo giustificabili, ma appaiono ancora più cruente e inaccettabili nei nostri tempi, tempi in cui ci sono Organizzazioni Mondiali con il compito di vigilare e intervenire in casi come questi, Organizzazioni militari e umanitarie il cui compito precipuo è proprio la difesa degli indifesi, la protezione dei deboli, il soccorso alle popolazioni in pericolo, la loro presenza è giustificata dalla loro azione di prevenzione, di soccorso, di intervento anche armato, se necessario, per difendere chi viene ingiustamente e barbaramente trucidato, violentato, massacrato, sottoposto a sevizie e a crudeltà di ogni genere… in realtà, però, il loro compito si limita ad una presenza diplomatica sul territorio, con pochi spazi o poca volontà di intervento.
Certo, la situazione è tragica e pericolosa per tutti: da una parte c’è l’esercito governativo che impedisce qualsiasi intervento da parte di altri, perché vorrebbe risolvere le cose tenendo la popolazione in forma di schiavitù così da poter continuare a sfruttare tranquillamente le risorse interne ed arricchirsi mantenendo in povertà la popolazione; dall’altra parte ci sono i ribelli, inizialmente insorti per difendere i diritti del popolo, e poi anche loro caduti nella spirale del potere, della ricchezza e della violenza. Violenza efferata contro quelle stesse persone che avevano intenzione di difendere e a cui volevano dare diritti mai avuti e una certa dignità di vita negata dal Governo, per poter meglio sfruttare le loro terre.
Ecco dunque lo scenario definito semplicemente ‘’raccapricciante’’ nell’articolo, ma che va ben più in là del semplice raccapricciarsi, questo è sterminio allo stato puro, massacro senza clemenza, genocidio senza attenuanti.
Intere generazioni sterminate e violentate, un clima che per noi occidentali è immaginabile solo nei film di finzione, di fantasia… invece è la terribile realtà di tante popolazioni che oggi, sotto i nostri occhi , vivono l’apice della sofferenza a causa della violenza bestiale di cui alcuni uomini sono capaci.
È difficile sicuramente avere a che fare con gente che conosce solo il linguaggio della violenza, persone per le quali la vita vale meno di un pugno di terra, persone che non si fermano davanti a niente e a nessuno pur di affermare la propria volontà e il proprio potere dittatoriale.
Vivere in queste situazioni è qualcosa di inimmaginabile e di inaccettabile.
Eppure si vive così in tante parti del mondo, si muore così in tante parti del mondo.
C’è un mondo che si muove a tanti ritmi diversi, un mondo dalle mille sfaccettature, dalle mille situazioni, un mondo ancora per  molti versi ‘’primitivo’’ se pensiamo all’efferatezza di certe azioni e alla mentalità ancora schiava degli istinti animaleschi di supremazia, convinti che il potere vada conquistato con la forza e la violenza e che il più forte ha diritto di decidere della vita e della morte di chi è stato da lui sottomesso.
Qualche giorno fa mi sono trovato a vedere un film ambientato in Africa ai tempi delle prime colonizzazioni da parte degli Europei, (Spagnoli, inglesi, Italiani…); tutto il film è stato impostato sulle guerre tribali fra gli indigeni; il motivo dei loro saccheggi era legato alla necessità di avere dei  prigionieri per i sacrifici umani da innalzare ai loro dei, convinti che i tempi di carestia e le malattie fossero conseguenza della loro ira, per cui dovevano saziare la loro sete di sangue per ingraziarseli e mettere fine ai morbi che decimavano la loro popolazione e sperare in un raccolto più abbondante.
Un film di Mel Gibson spaventosamente cruento ma terribilmente realistico, ha fotografato una realtà storica che non può essere contraddetta, nonostante, si sa, ci sia  sempre l’aspetto cinematografico che ne altera e ne potenzia alcuni aspetti per renderlo più avvincente e catturare l’attenzione dello spettatore. Ma al di là di quelle che possono essere state le licenze cinematografiche che il regista possa essersi concesso, la realtà  di quei tempi e di quei luoghi resta indiscussa e indiscutibile.
Oggi, leggendo questo articolo di Marco Loiodice ho rivisto quasi alla moviola ogni scena di quel film, dalla fantasia ad una realtà che non lascia posto alla fantasia, ma che afferma la durezza e l’inadeguatezza dell’uomo moderno nel gestire le controversie umane facendo ricorso alle Leggi dell’Amore piuttosto che a quelle della Violenza.
È la conferma tragica e terribile di quanto ancora oggi l’uomo sia lontano dalla Logica dell’Amore, del dialogo, della Giustizia, della fratellanza.
Sembrano quanto mai fuori luogo queste parole di Pace, di Rispetto, di Aiuto Reciproco in situazioni di simili violenze, sembra demagogia, burocrazia, parole senza senso laddove si muore barbaramente, ingiustamente ed innocentemente trucidati, laddove la legge del più forte fa da padrone su ogni possibile dialogo basato su intenti di pace e di giustizia sociale.
Laddove c’è il potere e la ricchezza la coscienza non esiste, non ha spazi per esistere, non ha speranza di esistere, perché l’unica legge valida è quella di barbarica memoria ‘’occhio per occhio, dente per dente’’ e forse anche di più e di peggio ‘’ qui comando io e faccio fuori chiunque mi piace o chiunque voglia ostacolare, direttamente o indirettamente, i miei progetti di potere assoluto’’.
Capisco le difficoltà di intervento da parte delle Organizzazioni  Internazionali che tentano di intervenire in contesti simili, ma non è nemmeno accettabile che si lascino indisturbati reati simili, che nessuno aiuti queste popolazioni abbandonate a se stesse, la cui vita vale meno della vita di un moscerino, la cui vita non può essere definita ‘’vita’’, ma inferno!
Il grido di queste popolazioni si perde nelle foreste maestose o nel deserto sterile delle loro terre, il loro grido sale sicuramente fino a Dio ma non giunge alle orecchie degli uomini !
E non giunge non perché gli uomini siano così sordi da non udire… ma perché anche gli uomini che potrebbero o dovrebbero intervenire hanno occhi, orecchie e mani rivolti altrove… alle occasioni di arricchimento e di potere che queste situazioni portano in sé… le opportunità di  sfruttamento di queste situazioni sono tante e tali da far dimenticare il motivo della propria presenza sul territorio, la corruzione prevale sul proprio dovere e si finisce per essere carnefici più efferati di coloro che si intendeva combattere.
Ci sono poi gli interessi economici ed industriali dei produttori di armi, degli sfruttatori della miseria, dell’ignoranza, del bisogno del popolo di sopravvivere anche se sotto schiavitù e mancato riconoscimento dei propri diritti.
C’è di tutto in situazioni del genere. C’è proprio di tutto!
E questo non solo non fa onore a coloro che sono direttamente coinvolti, ma disonora l’intera Umanità nel momento in cui non ci si prende cura della parte più debole dell’Umanità, nel momento in cui prevalgono interessi privati o anche pubblici che azzerano i diritti sacrosanti di Vita, di Pace e di Giustizia Sociale.
È l’intera Umanità che dovrebbe farsi carico di queste situazioni ed ognuno, per il proprio ruolo, ne è personalmente responsabile.
Ma assumersi le proprie responsabilità non è mai stato ‘’di moda’’ né tanto meno lo è adesso… si sa … l’unica moda da seguire è quella delle sfilate… aiutare il prossimo in difficoltà, invece, rischiando la propria vita, è azione da ‘’eroi’’ e lo sappiamo bene … l’eroismo si ferma sui  libri d’avventura o sui film come quello di Mel Gibson dove vince la necessità di avere il lieto fine e l’epilogo spettacolare che soddisfi quel bisogno intrinseco di  vittoria del bene sul male!


Se poi nella realtà non sempre si avverte l’esigenza  di soddisfare questo intrinseco bisogno… questo è solo perché nella vita non valgono le ineludibili regole cinematografiche, ma le regole del gioco sono soggette a logiche diverse… a volte (o troppo spesso!) legate prevalentemente alle Forze del Male che se pur non sempre vincono… sovrastano spesso quelle del Bene!  

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