mercoledì 2 aprile 2014

INTRA-  O  EXTRA-?

Più volte, da questo blog, ho detto che una delle principali cause del razzismo è la non conoscenza dell'altro; la diffidenza nasce dalla paura dell'altro e la paura trova terreno fertile nell'assoluta ignoranza  delle esperienze di vita di chi ci sta di fronte.
Si parla tanto di immigrati, di extracomunitari... ma c'è da chiedersi questo ''extra'' a che cosa va applicato, a quale concetto è legato: ''extra'' rispetto a cosa, rispetto a chi, rispetto a quale parametro?
Rispetto a che cosa si stabilisce chi è ''extra'' e chi è ''intra''?
Pur essendo, la nostra, una generazione  piuttosto avanzata in tanti settori, facciamo ancora fatica a considerare ‘’ l’unità’’ dell’uomo, il suo essere ‘’uno’’ in qualsiasi parte del globo egli sia; ancora noi dividiamo il genere umano fra ''coloro che stanno dentro'' e ''coloro che stano fuori’’
Occorre capire sulla base di che cosa noi escludiamo alcuni ed includiamo altri!
Dobbiamo ancora  capire che l'uomo è lo stesso dappertutto, i suoi bisogni, le sue ansie, le sue preoccupazioni, i suoi sogni, le sue speranze... sono uguali a qualsiasi latitudine egli si trovi.
Se conoscessimo meglio i luoghi di origine degli immigrati, le loro vicende storico- politico-sociali capiremmo sicuramente meglio il disagio che si trovano a vivere e il perchè dei loro viaggi della speranza.
Questo articolo dei vescovi dell'India aiuta molto in questo, perchè ci fa capire come l’uomo chiede sempre e soltanto una cosa: la PACE.
Ci fa capire come l’uomo da sempre combatte per una vita più dignitosa, per la libertà, per la giustizia!
Non sono questi forse i princìpi e i bisogni per cui hanno lottato tutti i popoli?
Non sono queste le cose che ci uniscono?
Che questa lotta sia oggi del popolo indiano o lo sia stata del popolo italiano un tempo, cosa cambia?
Questo dovrebbe unirci, non dividerci!

India, i vescovi: “Il nostro Paese ha bisogno di politici onesti”




Critiani in India

“L’India ha bisogno di politici onesti, che si dedicano con zelo al servizio, che si adoperano per una nazione libera dal crimine, priva di discriminazioni, dove non si soffre di fame, e libera dal demone della corruzione. Con l’approssimarsi delle elezioni generali, tutti i cristiani sono chiamati a dimostrare e attivare l’impegno sociale, per un’India giusta e pacifica”: è quanto afferma un appello diramato dai Vescovi indiani in occasione delle elezioni che si svolgeranno a maggio prossimo. L’appello, inviato all’Agenzia vaticana Fides, è firmato da mons. Yvon Ambrosie, Vescovo di Tuticorin, e da padre Charles Irudayam, rispettivamente presidente e segretario esecutivo della Commissione per Giustizia, pace e sviluppo, in seno alla  Conferenza episcopale dell’India (CBCI)
 L’appello nota che “quotidianamente la gente sperimenta sofferenza e disagi dovuti a malgoverno, cattiva amministrazione, truffe, scandali e corruzione. Come ha osservato il Pontificio Consiglio Giustizia e pace, la corruzione priva i popoli di un bene comune fondamentale, la legalità, annullando il rispetto delle regole, il corretto funzionamento delle istituzioni economiche e politiche e la trasparenza”. Inoltre, nota il testo giunto a Fides, “la corruzione ostacola la corretta erogazione delle risorse ai poveri, negando altri due principi della dottrina sociale cattolica: l'opzione preferenziale per i poveri e la destinazione universale dei beni” 
I Vescovi invitano tutti i cittadini a “essere consapevoli del diritto e anche del dovere di usare il loro voto per promuovere il bene comune”, scegliendo politici “che dimostrino integrità e saggezza, si impegnino contro ogni forma di ingiustizia e tirannia, contro il potere arbitrario da parte di un individuo o di un partito politico, contro ogni intolleranza”, dedicandosi al servizio di tutti " con sincerità ed equità, anzi con la carità”.
 La Chiesa in India – spiega il documento – intende contribuire a “costruire una società giusta e pacifica, ispirato al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa”. Per questo i Vescovi invitano i cittadini ad “eleggere tra i partiti politici, nazionali o regionali, antichi o nuovi, rappresentanti che governino ispirandosi alla difesa della dignità umana, alla promozione dello sviluppo inclusivo, lavorando per il bene comune, la giustizia, la pace e la fraternità”. “Abbiamo bisogno di rappresentanti che siano interessati al benessere del popolo, che siano responsabili e trasparenti, che si impegnino a rendere l'India una culla di pace e prosperità”, conclude il testo.

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