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| PAGINE DI STORIA |
Riporto, oggi, una riflessione di Véronique scritta nel 2008; mi ha colpito
molto leggerla, perché sembra scritta stamattina mentre il telegiornale
annuncia l’ennesimo sbarco a Lampedusa.
Il dramma dei profughi è lo stesso da sempre, i loro sentimenti, le loro
speranze, le loro difficoltà… purtroppo ci si è accorti solo adesso che le
migliaia e migliaia di profughi che hanno percorso il Mare Nostrum in tutti
questi anni potevano essere salvati soltanto con un po’ di buona volontà e una
migliore organizzazione fra soccorsi e campi di accoglienza.
Ma si sa, purtroppo per noi, che spesso prevalgono più facilmente le
logiche disfattiste soggiogate dalla crudeltà di quel
razzismo che nega un aiuto a chi si trova in uno stato di pericolo e di necessità…
Fino a quando quella presunta Civiltà dalla testa non scenderà nel cuore potremo solo immaginare un mondo migliore e senza confini ideologici, geografici, culturali, un mondo semplicemente capace di accogliere senza discriminazioni, di amare vedendo nell’altro soltanto il fratello bisognoso, il fratello spaventato, il fratello che ha fame, sete e tante speranze nel cuore… proprio come noi… proprio come me!
Fino a quando quella presunta Civiltà dalla testa non scenderà nel cuore potremo solo immaginare un mondo migliore e senza confini ideologici, geografici, culturali, un mondo semplicemente capace di accogliere senza discriminazioni, di amare vedendo nell’altro soltanto il fratello bisognoso, il fratello spaventato, il fratello che ha fame, sete e tante speranze nel cuore… proprio come noi… proprio come me!
‘’Mi sono sempre chiesto
com’ è l’ isola, se ha il cuore per accogliere il dolore dell’ altro continente,
così vicino e così lontano. A volte ho
immaginato le donne con i bambini e il mare nel lungo viaggio, la fame e la
sete, ho immaginato la speranza dentro il loro cuore, la stanchezza, la paura,
lo sguardo fissato sull’isola.
Ho molto sognato su Lampedusa che vedevo come una terra faro, ma anche crudele dove si frammenta il desiderio di allontanare la fame.
Ho sentito il sale sul volto, il ricordo del sole livido.
Ho immaginato i corpi annegati, il sole della speranza scoppiato nel cuore, ho immaginato le mani che afferravano la sabbia, segno di una libertà raggiunta.
Non ho mai incrociato un solo sguardo, perché era terribile da incrociare, solo si vedeva un gruppo disperato, ma a volte vorrei ascoltare una voce venuta dall’ altro continente, raccontare il lungo viaggio, la speranza, non solo immaginare.’’ (Veronique)
Ho molto sognato su Lampedusa che vedevo come una terra faro, ma anche crudele dove si frammenta il desiderio di allontanare la fame.
Ho sentito il sale sul volto, il ricordo del sole livido.
Ho immaginato i corpi annegati, il sole della speranza scoppiato nel cuore, ho immaginato le mani che afferravano la sabbia, segno di una libertà raggiunta.
Non ho mai incrociato un solo sguardo, perché era terribile da incrociare, solo si vedeva un gruppo disperato, ma a volte vorrei ascoltare una voce venuta dall’ altro continente, raccontare il lungo viaggio, la speranza, non solo immaginare.’’ (Veronique)

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