L’UNIONE… CHE NON FA LA FORZA!
A distanza di qualche giorno dopo il vertice dei capi europei voluto dall’Italia per individuare strategie comuni per il recupero in mare dei profughi e la loro successiva accoglienza, arrivano le prime risposte, le prime reazioni.
Qual è il clima europeo?
Che cosa si è deciso?
Quali iniziative si intendono mettere in campo?
Quali sono state le proposte dell’Europa sul problema profughi?
Volendo essere poetici … potremmo dire che… se ne son sentite di … ogni colore… ma erano tutte di un colore stinto… un colore macabro… poco vivace e poco attraente! Un colore… già sentito! A volte anche un colore… falso!
Volendo essere polemici… potremmo dire che… avrebbero fatto meglio a fare qualcos’altro quel giorno, visto l’inutilità dell’incontro e la non decifrabilità delle proposte che non sapevano né di senso di umanità, né di attenzione civile né tanto meno di competenze militari!
Quello sconvolgimento emotivo di fronte ad un numero imprecisato di vittime (tra 700 e 1000) annegate a causa del ribaltamento del peschereccio dopo la collisione con il mercantile portoghese di qualche giorno fa, si è letteralmente volatizzato, è naufragato con il peschereccio e il suo carico umano… lasciando nuovamente il posto all’inerzia, all’indifferenza, all’abbandono a se stessi di milioni di profughi che, nel tentativo di scappare dalla guerra che infuria nel loro Paese, finiscono ingoiati nella pancia del Mediterraneo, trasformato, ormai, in un pubblico immenso cimitero.
La conclusione è solo una: questo accade… quando l’Unione … non fa la Forza!
Sì, è la conferma che i proverbi a volte possono sbagliare: si dice che l’unione fa la forza, ma a quanto pare non sempre è così!
Ci sono dei casi in cui l’Unione fa da ostacolo principale alla forza: forza morale soprattutto, che è quella di cui più è carente questa Unione; un’ Unione che… della sua unione ne fa una debolezza…; parafrasando il proverbio, si potrebbe dire… che a volte l’Unione fa la debolezza… ecco si potrebbe sintetizzare così il risultato del vertice di giovedì scorso.
Basta riportare un commento per tutti per capire al volo quale sia il grado di sensibilità europea su questo problema che non è nato ieri, ma che va avanti da 20 anni e più; riporto la risposta di uno dei primi ministri di uno dei maggiori Paesi europei, uno dei più coinvolti perché meta desiderata di molti profughi, alla domanda del giornalista su quale sarà il ruolo del suo Paese nella nuova operazione Triton/Frontex ha risposto in maniera lapidaria, ma secca e decisamente chiara: ‘’Anche la flotta navale del mio Paese farà la sua parte, naturalmente, nel salvataggio dei profughi… che saranno portati in Italia!’’.
Lapidaria sì, perché sembra un decreto di morte, più che una partecipazione attiva.
Praticamente le cose non cambieranno più di tanto: l’Italia resta in prima linea nel salvataggio e nella successiva accoglienza dei migranti, che resteranno confinati in Italia, come se fossero migranti-esiliati, cioè non liberi di decidere la destinazione finale, il luogo dove intendono vivere; diciamo pure così: sfollati dal proprio Paese, migranti a rischio di vita, profughi senza destinazione ovvero obbligati a restare in un Paese che non è la loro meta; molti di loro vorrebbero ricongiungersi alle loro famiglie nei vari Paesi Europei, ma questo gli viene negato.
Mi sembra un po’ pochino come risultato di un vertice di capi di Stato di un grande Continente!
Anzi… mi sembra quasi una presa in giro… per essere sinceri!
Altra soluzione ipotizzata: bombardamento dei barconi sulle spiagge libiche!
Ma non è lì la soluzione, perché in quel modo si decreta la morte sicura di milioni di sfollati che attraversano il deserto per mesi in condizioni proibitive pur di giungere sulle coste libiche per potersi imbarcare verso quella che credono sia la libertà dei Paesi civilizzati!
Il danno lo si farebbe solo e soltanto a coloro che fuggono da guerre, fame, carestie ed epidemie, sarebbero ancora solo loro a pagarne le conseguenze; perché non è impedendo la partenza che li si aiuta a risolvere i loro problemi!
Praticamente non avranno più nemmeno la speranza di una possibile salvezza: perché se non potranno partire, saranno costretti a restare nei loro Paesi la cui unica terribile sicurezza è quella della morte!
Come raccontano i ragazzi del Senegal che hanno visto sterminate le proprie famiglie senza alcun motivo.
Per utilizzare un’immagine, mi viene in mente quando il popolo ebreo in fuga dall’Egitto viene a trovarsi tra il Mar Rosso davanti a sé e l’esercito del faraone alle sue spalle: impossibile proseguire, impossibile tornare indietro, senza speranza, senza possibilità di salvezza: o si muore annegati o si muore trafitti dalle lance degli egiziani.
Così questi migranti che già vengono disumanamente picchiati e torturati dai libici prima della partenza, si troverebbero a non avere nessuna possibilità di salvezza, distruggendo loro l’unico mezzo che potrebbe dare una certa (ipotetica!!!) possibilità di salvezza, non avranno alternative di sorta se non finire nelle mani dei trafficanti di uomini ed essere semmai sfruttati per altri mercati illeciti!
Qui si tratta di ‘’tortura, schiavitù, negazione di diritti umani, tratta di essere umani’’ e che cosa fa l’Europa?
Invece di intervenire con corridoi umanitari… blocca l’unica strada di salvezza per milioni di profughi!!!
Una strada che rischia di naufragare è vero… ma se non c’è nemmeno quella … la morte non è più solo un' ipotesi… ma una certezza!
Invece di aiutare queste popolazioni ridotte allo stremo per la guerra civile che infuria da anni nei loro Paesi d’origine… di cos’altro ha bisogno l’Europa per un intervento coscienzioso e umanamente accettabile!
Dello sterminio di un continente intero???
Le varie dichiarazioni sui diritti umani parlano chiaro: tutti i Paesi membri dell’Unione hanno firmato per l’abolizione della schiavitù, della tortura, della violenza volta verso gli innocenti… ebbene… quando giunge il momento di passare dalle belle parole scritte ai fatti concreti… l’Unione fa acqua, naufraga… affonda nei suoi meccanismi farraginosi, nelle sue parole vuote, nelle sue demagogie burocratiche e diplomatiche che tutto quello che riescono a fare è trovare soluzioni che sono peggiori delle situazioni che intendono risolvere!
Sì, è un naufragio totale!
Il naufragio… dell’Unione che non fa la forza!
Anzi, direi, è la vittoria della globalizzazione economica e la sconfitta della solidarietà che dovrebbe stare alla base di una tale globalizzazione, ma che è invece rimasta schiacciata dalla forza prevalente degli interessi economici individuali.
Nonostante quella Europea sia un' Unione di fatto, continua a restare un' Unione non fatta: i singoli interessi ancora prevalgono sull’interesse comune, i princìpi forti sui quali è stata costruita non sono mai stati assimilati e messi in campo, viene da pensare che siano stati solo uno strumento per rafforzare il discorso economico e costruire un rapporto di pace basato unicamente sul libero commercio.
Per il resto, è ormai sotto gli occhi di tutti: l’Europa Unita non c’è.
Quell’Unione che avrebbe dovuto fare la forza appare debole o meglio… è un ' Unione dal cuore debole!
Molto debole!
Quasi un gemito appena!
Tra l’agonia e l’ultimo tentativo di recupero di quelle forze che a quanto pare non ha mai avuto!
L’Europa è adesso al bivio: o recupera le sue radici cristiane e dà al suo Cuore quella forza morale e quella sensibilità umana che la spinge a prendersi cura di chi chiede aiuto oppure rinnega se stessa, le sue belle convenzioni, le sue decise dichiarazioni e lascia che il mondo vada avanti nella sua corsa autodistruttiva senza alzare un dito.
Un' Europa che si lascia morire è già meta di conquista delle forze che avanzano, che intendono conquistarla… distruggendola e riducendola ad un unico falò!
È tempo di decidere: se l’Europa è stata veramente fatta e c’è… o se l’Europa è ancora tutta da fare e pertanto… i fatti parlano da sé!
Adesso non è più tempo di indecisioni, di soluzioni fittizie… non è più tempo di assistere a queste tragedie come se si guardasse un film standosene tranquillamente seduti in platea, nel buio di una sala cinematografica… adesso è tempo di svegliarsi, di uscire da se stessi e andare a costruire una pagina di storia che sia giusta e libera per tutti… per tutti… senza limitazioni di latitudini e longitudini!
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