venerdì 4 ottobre 2013



IL COMMENTO DELLA SETTIMANA
LA VIOLENZA DELL'INDIFFERENZA
 
Quello che è successo lunedì scorso a Scicli non può essere commentato, perché non si può morire così a dieci metri dalla salvezza.
Non è accettabile fuggire dalla morte sicura e incontrarla così… per la stessa mano di coloro che offrono strade di libertà.
Non è possibile accettare questo!
Ma a quanto pare… dove c’è l’odio e la violenza … la morte è sempre in agguato ed è sempre realtà più presente della stessa vita!
Odio, violenza e morte sembrano proprio inseparabili…
Il simbolo di tutta questa vicenda, a pensarci bene, però, non è quel barcone vuoto arenato sulla riva e neanche i corpi immobili sulla spiaggia; la chiave di lettura di tutto questo è quell’uomo che passa correndo, facendo jogging, saltando tra un corpo e l’altro… e scomparendo all’orizzonte… nella più squallida indifferenza… senza fermare neanche per un istante lo sguardo su quanto accadeva intorno a lui… nel gelo più assoluto!
Viene oscenamente da pensare che … il morto sia lui!
Persone che sono soltanto ‘’ corpo, materia…arida materia’’ , perché quando la materia non lievita… sotto la spinta del cuore… il pane è azzimo… il risultato è… quella nullità che, parafrasando il papa, è la conseguenza di chi rincorre la nullità!
Un corpo atletico, in superforma, vitale… ed un cuore che è un aborto o nel miglior dei casi... agonizzante!
Questa scena è anche la conferma dell’universalità delle parabole, in quella del ‘’buon Samaritano’’ci sono proprio tutti: chi passa ed ignora la vittima; chi passa, guarda e poi prosegue ‘’per non contaminarsi’’ e chi… si butta in acqua, chiama soccorsi e tenta estremi anche se fallimentari massaggi cardiaci… sì… ci sono proprio tutti… e se ci pensiamo bene… ci siamo pure noi… noi che avremmo fatto?
È davvero utopico pensare che tutti si sarebbero lanciati nel salvataggio… se molti avrebbero fatto parte del gruppo dei soccorritori premurosi… purtroppo anche molti avrebbero fatto parte del gruppo dei corridori frettolosi!
Non si è mai da soli… sia nel bene che nel male!
È la cruda verità di una realtà che ancora non considera gli uomini tutti uguali, che ancora non ha capito l’immensa ricchezza della diversità che unisce, il dono straordinario della vita … che parla la lingua universale dell’Amore!
Quello che poi è successo giovedì scorso può essere commentato solo con una parola, quella pronunciata dal papa con grande fatica e profondo dolore ‘’vergogna!’’.
Vergogna per l’assurdità della morte, per l’incoerenza delle volontà, per l’illegittimità di una legge che vieta ai pescherecci di soccorrere i barconi degli immigrati,  per non essere perseguiti penalmente... una legge che sa, che vede, che controlla e che... lascia che succedano queste cose... che permette queste cose!
Il Mediterraneo è monitorato in lungo e in largo ... niente si muove, niente accade che non si sappia... non sono sorprese dell'ultimo minuto quelle dei barconi stracolmi di profughi... eppure succede quel che succede... che viene fatto passare quasi per una fatalità del destino!
Questa è la vera vergogna: nel Duemila la solidarietà è ancora incompatibile con la legalità!
Il soccorso umanitario è considerato illegale in un Paese che si dichiara Repubblica Democratica che ripudia la guerra e che parla di logica inclusiva… un Paese che fa i conti da tempo con continui sbarchi di profughi, immigrati… popoli che nel tentativo di sfuggire alla morte sotto una pioggia di bombe la incontrano in un incendio che voleva essere solo  un tentativo per chiedere aiuto o sotto le sferzate di aguzzini che li costringono a buttarsi in acqua dove il fondo non si tocca.
E pensare che ci riteniamo un Paese civile e facciamo parte della top ten dei Paesi più sviluppati al mondo… e non sappiamo ancora distinguere la solidarietà dalla complicità, l’aiuto umanitario dal favoreggiamento della clandestinità! L’accoglienza… dall’indifferenza!
Un'Italia che ha alle spalle un contesto europeo... che sta a guardare!
Un'Europa che non sa (o forse non vuole!) pensare una politica di accoglienza nei confronti di coloro che non partono per un periodo di villeggiatura... ma perchè in patria si muore!
Tutto questo lascia senza parole! Tutto questo è vergogna! Tutto questo è scandalo!
E' scandalo perchè l'indignazione vera non c'è, è soltanto l'argomento del giorno, poi passa e si ritorna a guardare... fino alla prossima annunciata tragedia!
Ci si abitua, orrendamente, anche a questo... e dopo le emozioni del momento... si rimette la testa sotto la sabbia... e niente cambia... forse si discute anche... ma restano parole... meno dell' 1% delle parole dette sarà veramente trasformato in azioni concrete!
Questa è vergogna! Questo è scandalo!
Ma anche lo scandolo... è passato di moda!
La vergogna... poi ... è stata da tempo bandita dal dizionario di lingua italiana e di conseguenza... dalla vita stessa di un popolo!
 
Qualsiasi altro commento è inutile, sono quelle vicende che vanno lette in silenzio e fissate nella memoria, indelebilmente… perché ognuno ricordi che... dove non c’è l’amore... la vita prima o poi… muore!
Dedicata a loro e a tutte le vittime della sconsideratezza umana…
 
TI CHIAMERÒ… AMICO!

Sotto quel telo bianco cerco di indovinare il tuo volto:

penso che tu avessi i miei stessi occhi neri

e i capelli ricci come me,

sai, noi del sud ci assomigliamo tutti;

e poi penso che saremmo diventati amici,

quella scarpetta vicino al cespuglio

sono sicuro che appartenesse a te,

è troppo piccola per tutti gli altri

che sono uomini, anche se giovani;

io e te dietro ad un pallone

e l’amicizia è subito fatta;

e sono sicuro che a volte ti avrei anche offeso

‘’brutto muso nero’’ti avrei detto

dandoti un pugno sul tuo petto nudo

sai, così si fa tra fratelli:

si litiga sempre per poi abbracciarsi di più

e correre insieme verso il mare

per fare il bagno a tutte le ore

e da lì non uscire mai,

con la mamma che si sgola a chiamarci

e noi che continuiamo a spruzzarci…

Già… il mare… il bagno…

questo mare che avrebbe potuto vederci felici,

questo mare che ti ha consegnato alla spiaggia

accogliendo fra le sue onde il tuo ultimo respiro

Poi… quel telo bianco…

la tua mano … che spunta da un lato…

il sole che non scotta … il cuore che non piange

Già… non piange… !

Perché se piangesse il mare non basterebbe

a contenerlo tutto…

così… mi trattengo e cerco di sognare

io e te… in mezzo alle onde…

vedi… ci provo… non piango…

ma tu sei lì…con i piedi nudi

e la mano immobile sotto il telo bianco

Nel tuo ultimo gioco sei stato da solo

ha vinto il mare… ora…ogni gioco è fatto…;

resto ancora un po’… qui con te

ti faccio compagnia… cos’altro fare … proprio non so

presto verranno a prenderti… non ci vedremo più,

terrò con me la tua maglia inzuppata

e la scarpetta che il mare ci ha riportato

l’altra la lascio a te… come si fa fra vecchi amici…

sì… amici… una mattina a Scicli…

vicino al mare… amici sconosciuti… ma per sempre…

sai… da noi si usa così…

è una terra ospitale la nostra…

non voleva certo farti del male

quello… il Male… non abita qui…

dilaga dappertutto come la pece sul mare

ed avvolge i cuori che non sanno amare;

sono un bambino come te… e non so spiegare

quello che i grandi, a volte, riescono a combinare

ma per noi tutto è più facile…

ci basta un pallone… un campo da condividere…

i grandi spesso non sanno come vivere

pensano che da soli possano essere più felici

non sanno che la felicità… è avere tanti amici!

Non conosco il tuo nome…

perciò ti chiamerò… Amico

Amico è colui con cui puoi giocare…

io e te non abbiamo potuto farlo

ma il desiderio del cuore è più potente anche della morte…

perciò ti chiamerò amico e giocherò con te

come se fosse vero… perché vero è

ogni bambino che sogna la libertà!

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