domenica 19 gennaio 2014

Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio
Il messaggio ai migranti del mondo. «Voi siete vicini al cuore della Chiesa», ha detto il Papa ai migranti e rifugiati nella loro Giornata mondiale. «Vi auguro di vivere nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine». Francesco ha pregato con i fedeli «per i migranti e i rifugiati che vivono situazioni più gravi e più difficili». «Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema 'Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore, che ho sviluppato nel Messaggio pubblicato già da tempo», ha detto il Pontefice dopo la recita dell'Angelus in Piazza San Pietro. «Rivolgo un saluto speciale alle rappresentanze di diverse comunità etniche qui convenute, in particolare alle comunità cattoliche di Roma», ha proseguito. «Cari amici, voi siete vicini al cuore della Chiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo ha portato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un mondo migliore!», ha quindi aggiunto.
 
«No ai mercanti di carne umana». «Vi auguro di vivere in pace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine», ha detto ancora Bergoglio. «Vorrei ringraziare - ha aggiunto 'a bracciò - coloro che lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nei loro momenti difficili per difenderli da quelli che il Beato Scalabrini ha chiamato i mercanti di carne umana, che vogliono schiavizzare i migranti, quindi i Missionari di San Carlo, i padri Scalabriniani che tanto bene fanno alla Chiesa e si fanno migranti con i migranti». «In questo momento - è stata l'ulteriore considerazione del Pontefice - pensiamo a tanti migranti, tanti, a tanti rifugiati, alle loro sofferenze, alla loro vita tante volte senza lavoro, senza documenti, tanto dolore». Francesco ha quindi invitato i fedeli ha recitare coralmente un'Ave Maria: «In questo momento possiamo tutti insieme rivolgere una preghiera per i migranti e i rifugiati che vivono situazioni più gravi e più difficili».  

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