sabato 20 febbraio 2016


LA PROVA DEL NOVE

Un tempo, quando i calcoli non si facevano con la calcolatrice e non si facevano solo a tavolino; un tempo, quando i calcoli non si facevano solo per contare i soldi sottratti allo Stato per le opere di umana solidarietà… un tempo per assicurarsi che un’operazione fosse corretta si usava fare la prova del nove, una strategia di calcolo che non dava la certezza assoluta dell’esattezza dell’esito dell’operazione da verificare, ma che era, tuttavia, un ottimo ed efficace mezzo per poter controllare la presenza o meno di errori di calcolo, diciamo che era una prova ‘’quasi infallibile’’.

La prova del nove non riguarda solo i calcoli matematici, ma  può essere applicata a tutti i settori di vita, in senso figurato, è un po’ come la cartina Tornasole:  la prova del nove vale anche per l’ambito sociale, mantiene intatta tutta la sua caratteristica di affidabilità.
Se la prova del nove riesce, per il 99,99 %  si può essere davvero certi di non aver sbagliato!
Ecco, guardando ai fatti odierni, viene proprio da dire: quello che sta succedendo in Europa in questi ultimi mesi è la prova del nove sulle operazioni di finanza intraprese e portate avanti in questi ultimi cinquant’anni di storia europea.

Qual è il risultato della prova del nove sull’Europa?
Lo vediamo tutti: la prova del nove ci rivela i limiti e il fallimento di un’ Unione basata esclusivamente su criteri economico-finanziari.
E non poteva essere altrimenti!!!
Non ci si può inventare ciò che non c’è!
Non si può mettere in dubbio che tutta l’impalcatura europeista poggia su accordi di natura finanziaria, oltrepassando o bypassando a piè pari gli stessi ‘’pilastri’’ posti alla base del primo progetto di ‘’Europa Unita’’ da parte dei padri fondatori.
L’Europa Unita nasce, prima di tutto, come progetto di solidarietà umana, civile, politica ed, eventualmente, anche economica.
Alla base dell’Unione Europea non c’è un accordo politico-economico, ma un patto sociale di reciproco aiuto e sostegno.
Oggi, invece, si assiste ad un ribaltamento assoluto di questi principi.


L’Unione Europea è nata come ‘’PONTE DI AMICIZIA FRA POPOLI’’, a distanza di 50 anni si ritrova  a costruire MURI DI RIFIUTO FRA I POPOLI!
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Ecco, la Storia costruisce e demolisce, crea e distrugge, innalza e abbatte… a prova del fatto che ciò che non è solido crolla su se stesso.
La prova del nove dell’Unione Europea si gioca sulla sua capacità di accoglienza, dell’attenzione che dà ai deboli, sulla sua capacità di mettere da parte i conti in banca e rimboccarsi le maniche per affrontare problemi sociali di una certa gravità e urgenza, che riguardano l’uomo e non i suoi soldi.
Invece…
Invece… l’Europa dei conti in banca, l’Europa dell’austerity, l’Europa delle leggi che stravolgono anche i rapporti interpersonali più intimi, le regole sociali più legali, l’Europa che innalza muri di fronte ad un’emergenza umanitaria, l’Europa  che non sa fare altro … non supera la prova del nove, perché  un’ Europa capace di costruire imperi economici… ma che non sa tendere la mano a nessuno, è un’ Europa che ha sbagliato i conti, che ha sbagliato le operazioni fatte e non supera… non supera la prova del nove.
E la prova del nove consiste in questo: la prova dell’amore e dell’accoglienza.
Perché quando si parla di ‘’uomo’’ non si può e non si deve prescindere da questi due concetti: amore e accoglienza, insiti nella natura umana, indissolubili dal concetto di umanità.
Ma lo sappiamo tutti: sono parole bandite!
Bandite nel senso di ‘’messe al bando’’, escluse dai tavoli delle presidenze e dai discorsi politici.
Ma ‘’bandite’’ anche nella loro accezione di ‘’rivoluzionarie’’: i banditi (non sempre, certamente, ma in alcuni casi di storica memoria, sì), erano rivoluzionari che lottavano contro i soprusi e le angherie dei prepotenti.
Queste due parole, nel contesto odierno, hanno questo effetto di ‘’rivoluzione interiore’’, farebbero cadere tutti i progetti politico-finanziari se davvero fossero pronunciate e messe in atto nei luoghi e dalle persone addette al Bene Comune.
Per evitare questo, le hanno relegate tra le parole ‘’usurate’’, che non hanno più niente a che fare con il progresso economico raggiunto, con il delirio di onnipotenza dell’uomo post contemporaneo… parole che non appartengono più neanche ai sogni di ingenue fanciulle!
L’amore è la Parola che rivoluziona il mondo, per questo deve essere bandita da questo mondo!
Certo… gli uomini veri non possono permettersi il lusso di credere nell’amore e nella fratellanza, quelle sono cose che appartengono ancora per poco ai sogni degli adolescenti; gli uomini veri fanno i conti solo con i numeri e la tastiera della calcolatrice.
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Bisogna essere concreti, obiettivi e al di sopra delle ‘’debolezze’’ del cuore.
Guai a mescolare l’amore con i conti in banca!
Guai perché… il rischio è che di fronte alla potenza dell’amore… la banca crolli!
È un rischio sicuramente da non correre!
Questa figuraccia non la si può proprio rischiare!
Allora alziamo i muri e proteggiamo le banche.
Allora alziamo i muri… e rimandiamo a morire i migranti che fuggono da morte certa!
Allora alziamo i muri e continuiamo a fare i conti in banca allontanando il più possibile il rischio di una contaminazione fra mente e cuore.
Per i conti in banca il cuore non serve, basta un buon calcolatore!
Per tendere una mano d’aiuto ci vuole molto più che di un sofisticato calcolatore elettronico!
Il punto è proprio questo: un calcolatore elettronico infallibile è possibile trovarlo, ma un uomo che sappia ancora ragionare con testa e cuore… neanche la lampada di Diogene riuscirebbe più a scovarlo!

Il flusso dei migranti ha messo l’ Europa  di spalle al muro, l’ha resa vulnerabile, impotente, ha rivelato il suo vero valore: al di là di un valore monetario… non ha altri valori!
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È necessaria una nuova umanizzazione dell’uomo!
Quando il denaro diventa padrone dell’uomo, allora l’umanità soccombe, perché esclude l’uomo da se stesso.
Si cancella il ‘’sogno umano’’!
Ed è  di questo che noi oggi abbiamo bisogno: di riappropriarci del nostro ‘’sogno di esseri umani’’, cioè della nostra stessa natura umana, che abbiamo smarrito nei lunghi e lastricati corridoi delle banche europee.
Siamo disumanizzati. Tutto qua. Siamo una generazione disumanizzata.

Forse la fantascienza ha davvero anticipato i tempi futuri.
Con una piccola differenza, però, che è sfuggita alle loro profezie: non è l’uomo che costruirà i robot-umanizzati che prenderanno il potere sulla Terra, ma sarà l’uomo stesso a trasformarsi in un ‘’robot’’ , in un essere automatizzato, condizionato da programmi inseriti con una scheda contenente un ‘’vademecum della nuova umanità’’; un vademecum che non contempla più alcuni aspetti della natura umana: emozioni e sentimenti, valori di ogni genere tranne i ‘’valori in oro e in contanti’’, qualsiasi logica che non sia quella del commercio, della finanza e dell’economia fine a se stessa, qualsiasi riferimento alla vita interiore, dando tutto lo spazio alla vita esteriore fatta di apparenza, indifferenza, esclusione, egocentrismo, protagonismo, pretesa dei diritti che non sono diritti, ma che vengono fatti passare per diritti a suon di denaro sporco.
Assolutamente bandita, ovviamente, è la parola ‘’Amore’’.
In questo vademecum vengono, però, lasciate alcune possibilità:
  • tipo…usare i sentimenti per apparire quelli che non si è, come il fingere di commuoversi, fino alle lacrime, di fronte ai corpi dei bambini riportati sulla spiaggia dalla risacca notturna e poi voltare le spalle ai bambini che hanno percorso kilometri a piedi, sotto la pioggia, il freddo e la fame;
  • tipo… impegnarsi di fronte al mondo nel fare di tutto affinchè questo non si verifichi ‘’mai più ‘’ o pronunciare parole di accoglienza di fronte ai riflettori dei giornalisti e poi, al ritorno in aula, tornare a trincerarsi nel proprio perbenismo asettico e non muovere un dito per realizzare quanto promesso;
  • tipo… la libertà di creare  muri quando non si sa che pesci prendere, oppure non si vuole causare uno scontro che potrebbe penalizzare gli accordi economici internazionali;
  • tipo… tranne che di me stesso, non mi interessa nessun altro…
E via dicendo…
Conclusione: chi è sfuggito alla furia della guerra, chi è sfuggito anche alla furia del mare, chi è sfuggito alla devastazione della fame… non potrà sfuggire all’indifferenza dell’umanità disumanizzata in quella conosciuta come ‘’ democratica e pacifica Europa’’.


Chiacchiere le mie?
Mio errore di valutazione nel leggere la realtà?
Pregiudizi e preconcetti i miei?
Sguardo distorto sulla realtà?
Distorsione dei fatti e delle parole?
Devo dire che forse preferirei che fossero davvero inconsistenti le mie affermazioni,  purtroppo non lo sono!
E lo confermano i fatti che sono sotto gli occhi di tutti.
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I morti in mare sono a migliaia: e quelli sono veri, terribilmente veri!
Non li ho né immaginati né sognati io!
I muri ai confini dei Paesi Europei sono veri, terribilmente veri!
Non li ha costruiti la mia fantasia. Purtroppo no.
L’incapacità dell’ Europa di affrontare l’emergenza profughi è vera, terribilmente vera!
Le chiacchiere, i negoziati fasulli, le finte lacrime di commozione e i discorsi di circostanza  sono veri, terribilmente veri!
Non li ho pronunciati io fra me e me.
La difficoltà dell’ Europa di affrontare e risolvere un problema che non sia di ordine esclusivamente finanziario  è vera, terribilmente vera!
Sono anni che l’Europa sta a guardare lo scempio umanitario, quello che si rifiuta di definire ‘’genocidio’’ del terzo Millennio, senza muovere un dito, anzi, storcendo il naso come a dire ‘’non mi riguarda, io penso solo ai miei affari di convenienza, fossero anche con i terroristi’’.
È la cronaca quotidiana che ci conferma questo, sono quelle verità scomode che finiscono nel sangue - vero, non finto -  dei giovani ricercatori… che ci confermano questo.
L’incapacità dell’ Europa di ragionare coniugando cuore e testa è vera, terribilmente vera!
L’incapacità dell’ Europa di occuparsi di conti che non siano solo calcoli matematici, ma conti con la vita e la morte di migliaia di persone… è vera, terribilmente vera!
Lo sentiamo e lo vediamo  sullo schermo televisivo ogni giorno, con tanto di nomi e cognomi e calcoli alla mano.
E che tutto sia vero lo confermano, ancora, le parole del nostro premier che all’uscita di una cena, alle due di notte di due sere fa,  con i vertici della politica europea, ha commentato: ‘’Sono meno ottimista di quando sono entrato’’, come dire ‘’le speranze di un accordo  si affievoliscono sempre più!’’ come a dire... l’uomo è ormai in agonia!
Ecco quello che resta di anni di promesse, di convegni, di finti negoziati, di vertici e incontri mondiali, di cene e di pranzi… ciò che resta è… nessuna speranza!
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, ora quei dubbi crollano da sé.

La Storia, quella dell’Umanità, ci dice che un solo unico Impero non è mai crollato, l’Unico che ha resistito all’urto dei tempi, alle ondate  di efferata persecuzione e di barbariche invasioni; un solo Impero non ha ceduto alle scosse diaboliche del razzismo e delle sue inaccettabili leggi; un solo Impero regge  ancora oggi all’onda d’urto dello tsunami economico e della crisi finanziaria, un solo Impero: quello dell’Amore!
Nessun altro mai!
Nessuno… mai!
Nessuno mai, prima, tanto meno qualcuno…  dopo!
Nessuno dopo, perché la demolizione dei valori umani è in corso da tempo… e indietro è difficile tornare… lavorare per la dissolutezza porta frutti sicuri, perché incide sulle fantasie umane di liberazione da schiavitù e freni interiori… è ovvio che questo prevarrà sulla necessità di un autocontrollo su pulsioni istintive, ed è ovvio che una volta provata l’ebrezza della libertà animalesca indietro non è più possibile tornare!
Ecco perché è sicuro che nessuno mai, nel futuro prossimo o lontano, riuscirà a resistere alle spinte dei tempi e delle rivoluzioni sociali sulla base di presunti diritti… non avranno la forza per farlo, non ne avranno né la volontà né il coraggio, neanche la capacità di immaginare un futuro migliore, un futuro più umano!
Ciò che resta stabile e sicuro sui suoi pilastri è solo ciò che si fonda sulla Roccia e la Roccia ha un solo Nome: AMORE!
Non quello sbiadito e scolorato e sbandierato e pubblicizzato nelle aule del Parlamento, ma quello che MUORE PER RIDARE VITA, CHE S’ARRENDE PER RENDERE TUTTI PIU’ FORTI, CHE RISCHIA TUTTO SE STESSO PER SALVARE TUTTI GLI ALTRI!

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Un Amore così è inimmaginabile per un’Europa che non sa andare al di là dei suoi conti in tasca!
TROPPO ALTO IL TRAGUARDO, PER UN’EUROPA CHE GUARDA TROPPO IN BASSO!

Questa è l’Europa d’oggi, dei politici d’oggi, di coloro che dovrebbero mettere in pratica i principi su cui è stata fondata l’Europa unita; questa è la nostra cara Europa: un Bazar di prepotenze e presunzioni, di egoismi ed egocentrismi mai superati!
Un’ Europa che ha scelto di unire i suoi conti in banca e di calpestare le sue radici storiche.
Un’ Europa che costruisce castelli economici, imperi finanziari  fatti di miliardi di miliardi di Euro, e che sa ragionare solo in termini monetari… un’ Europa che ragiona  a grandi numeri…  che è un mostro di contabilità… ma che si rivela  un mostro di inciviltà di fronte ai problemi semplicemente e urgentemente umani.
L’Europa che davanti ad un’emergenza umanitaria altro non sa fare che rinchiudersi nelle sue sedute in palazzi di vetro e discutere discutere discutere di come è più facile scrollarsi di dosso un problema che è venuto a rompere l’idillio economico a cui si era giunti… non è l’Europa sognata negli anni ’50.
Forse il punto è  proprio questo: negli anni ’50 si sognava e si sperava; nel Duemila si gioca d’azzardo con i soldi altrui e si fanno affari con i terroristi, così da avere le mani legate nei momenti di emergenza umanitaria.
Certo che lo sappiamo, lo sanno tutti, è ovvia questa conclusione, scontata, comprovata dai fatti, anzi da quelle parole a cui non hanno mai fatto seguito i fatti; le buone intenzioni sono d’obbligo davanti al mondo, gli accordi di palazzo sono poi un’altra cosa.
E noi non siamo né miopi né scemi!

Sì, i migranti sono la prova del nove dell’Europa.
È proprio sui migranti che si gioca la prova del nove di questa Europa svuotata di valori e ripiena di conti in banca.
È sui problemi umanitari che si gioca la tenuta dell’ Europa, la robustezza delle sue leggi, la validità dei suoi principi.
Ed è davanti al concetto di ‘’uomo in quanto essere umano’’ che crolla tutto l’impero di carte di credito e di conti bancari costruito per decenni.

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Se il problema ‘’Migrazione’’ viene letto soltanto in termini di  economia, di fondi da stanziare, di conti da distribuire, di numeri da ridistribuire equamente sulla base dei metri quadri su cui ci si muove… allora siamo lontani, molto lontani da una soluzione che dia speranza a chi rischia la vita ogni giorno.
È chiara ed evidente l’incapacità dell’Europa di affrontare una situazione simile, con saggezza, sapienza ed amore, cioè da un altro punto di vista che non sia quello economico.

Questa incapacità rivela  l’anima pagana ( non semplicemente laicista, ma pagana) di quest’ Europa che ci domina dall’ alto e che schiaccia ogni tentativo di non uniformarsi alle sue richieste (a volte terribilmente blasfeme), alle sue imposizioni a suon di ricatti e multe milionarie!
Quell’ anima pagana  che deriva dal totale asservimento dei principi morali ai principi economici; il nuovo e potente idolo del Terzo Millennio, lo sappiamo,  è il dio-denaro, il potere economico, un potere la cui forza arriva fino alla manipolazione dei principi morali altrui.
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Un’Europa che detta legge facendosi sovvenzionare da lobby di ogni genere, ma che crolla davanti ad un problema che riguarda esclusivamente l’uomo e i suoi bisogni primari… è un’ Europa schiava di se stessa, che offende se stessa, che contribuisce alla demolizione di se stessa con le sue stesse mani.
L’anima pagana, sì, di questa Europa disumanizzata; dice papa Francesco: ‘’Chi non costruisce ponti non è un cristiano’’, ma forse dovremmo anche aggiungere che : ‘’Chi non costruisce ponti non è neanche un uomo’’, mettendo insieme le due cose: il cristiano (quello con la coscienza ben formata, sottolinea papa Francesco) è un uomo vero, ovvero un uomo vero è sicuramente un cristiano ed il cristiano è colui che fa crollare i muri e le divisioni, che annulla le distanze, allarga  i confini, elimina il filo spinato, tende la mano e condivide il suo poco pane con il forestiero, il viandante, l’umiliato, il sopravvissuto, il profugo, il migrante, l’orfano e la vedova, il rifugiato… il cristiano non fa i conti in tasca, né nelle sue né in quelle degli altri… il cristiano fa i conti solo con la sua coscienza… chissà… forse è l’unico che ancora si ricorda di averne una!
Un uomo vero è colui la cui unica legge può essere sintetizzata nel ritornello di una canzone sul palco dell’ultimo festival a Sanremo, proprio qualche giorno fa: nessun grado di separazione!
Un' unione totale, di spirito e corpo!
Un’adesione intima che va oltre i bisogni fisiologici!
Ecco, nessun grado di separazione ci vorrebbe oggi… invece… le separazioni ci sono tutte e sono tante e creano ferite incolmabili e fratture irricostruibili, neanche con l’ausilio di protesi tridimensionali dell’ultimo tipo!
Nessun grado di separazione è il grido inascoltato dell’uomo che soccombe sotto la sferzata irrefrenabile dell’unica legge in vigore: quella della Finanza globale!

Ecco, da quando l’Europa ha perso la sua anima, tutto ciò che sa fare è…  ragionare di testa con i soldi in tasca.

Non è questa l’Europa dei sogni, ma soltanto l’Europa dei soldi, l’Europa delle crisi bancarie e degli ostracismi che obbligano i Paesi a conformarsi a Leggi economiche che fanno dei bisogni della povera gente la base di lancio per la loro sete di potere.

Ma se questa è l’ Europa dei soldi, questa è anche l’Europa che crolla sotto le sue stesse spinte, non sotto le spinte dei migranti, non sono loro che premono ai confini a mettere l’Europa veramente in crisi; l’Europa sa autodistruggersi da sola, senza l’aiuto di nessuno; sono le stesse leggi sulle quali ha costruito il suo impero economico, tanto possente quanto fragile, a far cadere l’ Europa.
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Sono i muri politici ed economici quelli che separano davvero, quelli che isolano davvero, quelli che fanno danni irreversibili.
Sono i muri in testa e sul cuore quelli veramente pericolosi e dannosi, quelli che decidono il futuro per tutti, quelli che tradiscono la stessa idea di Europa Unita.

Certo, non ci voleva tanto a pensare ad un  MURO come  soluzione di un problema che non si sa come affrontare, già tanti l’hanno messo in atto nel corso della Storia.
Alzare muri è una consuetudine storica, quasi una legittimazione alla difesa dei propri territori.
Alzare muri di difesa da chi non viene per farci guerra, però,… non ha molto senso!

Anche nel mio paese ci sono muri di cinta e antiche porte che venivano chiuse per difendersi dalle invasioni dei briganti che facevano razzìe di tutto ciò che trovavano.
Ma non tutti i muri sono sempre legittimi.
I migranti non sono briganti!
Non vengono per prendere le nostre cose e per distruggere le nostre case e i nostri figli.
Vengono perché sperano nella nostra civiltà.
Nella nostra  democrazia.
Nella nostra cultura d’accoglienza.

Un giorno chiesi ad uno dei ragazzi della Casa-famiglia di don Giuseppe, arrivato qui da qualche giorno appena: ‘’ Che cosa ti piace di più dell’Italia?’’.
’La sua capacità d’accoglienza’’ fu la risposta immediata ed istintiva.
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Certo si riferiva a quella di don Giuseppe, ma per estensione pensò che tutta l’Italia avesse la sua stessa capacità di accoglienza, che  tutta l’Europa ‘’civile e democratica’’ la pensasse allo stesso modo.
Credeva che il nostro mondo fosse migliore del suo, un mondo in cui non ti piombano i militari in casa e a colpi di macete ti sterminano la famiglia, senza motivo e senza spiegazioni e riempiono le prigioni di giovani, dove vengono torturati come ai tempi degli antichi Romani.
Sì, credeva che qui le torture fossero state abolite.
Credeva che qui si fosse veramente liberi di vivere.
Credeva.
Forse lo crede ancora.
Ma sappiamo che ‘’credere’’ in qualcosa di buono aiuta a vivere, a sperare, fa bene al cuore, sostiene la voglia di vivere, ma ‘’credere in qualcosa’’ non sempre corrisponde alla realtà.
La verità è che noi costruttori di economia non sappiamo né credere, né sperare né tanto meno accogliere ed amare!
Tutto qua!
Ci viene chiesto una cosa per noi impossibile: amare al di là delle spese di Stato, al di là dei pregiudizi razzisti, al di là dei problemi da affrontare.
Credere… semplicemente credere che la nostra legge sia ancora e soltanto quella dell’Amore!
È questa… la vera prova del nove: l’ Europa sa ancora amare?
La prova è fallita!
Con i muri costruiti di notte e le frontiere chiuse… la risposta viene da sé!
Il fallimento è chiaro.
Il fallimento dell’Europa si gioca non sulla capacità del ‘’contare’’, ma su  quella di amare… è su questo punto che i conti non tornano, sono queste le operazioni che bisogna rifare, non quelle bancarie… ma quelle del cuore!
E ci vorrebbe anche un bisturi piuttosto tagliente e resistente, perché le parti da asportare sono tante, troppo profonde e troppo indurite… ci vorrebbe un Chirurgo d’eccezione… ma all’orizzonte, purtroppo per noi tutti, migranti compresi, non se ne intravedono di una simile altezza.
I tanti luminari, della scena politica e non, non sono in grado di operare ciò, perché nel loro sangue scorre soltanto il flusso dei bigliettoni, sanno ragionare solo con quelli in testa, non c’è altro dentro di loro… l’Europa ha invece bisogna di un respiro più alto… ha bisogno di tornare ad imparare ad amare… sì, lo so, forse… sto parlando di utopia pura!
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Sì, ma forse come quel ragazzo che credeva nella nostra capacità di accoglienza, anche noi abbiamo bisogno di credere che questo sia possibile… la speranza è un bisogno, a volte anche un dovere… credere che l’uomo ancora sappia essere e sentirsi uomo e che non si riduca soltanto a un calcolatore elettronico…bisogna crederci… bisogna…dovere imperativo per la sopravvivenza di tutti: Europa compresa!

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