Diecimila
bambini migranti scomparsi in Europa.
È
l’Europol a lanciare l’allarme: molti minori non accompagnati, secondo l’agenzia
di intelligence europea, sarebbero vittime di un’intera ‘’infrastruttura
criminale’’, nata per sfruttare i flussi degli arrivi nel Vecchio Continente di
chi scappa dalla guerra e dalla fame.
Ma
dietro questi numeri c’è anche il sospetto che possa nascondersi il terribile
traffico di organi.
‘Sono tanti e forti i sospetti che i bambini che arrivano in Italia e che
scompaiono siano vittime di un possibile traffico di organi’’ sostiene Foad
Aoodi, presidente di Amsi, l’Associazione dei medici stranieri in Italia.
‘’Siamo molto preoccupati – aggiunge il
medico musulmano – perché in passato sono
emersi gli stessi segnali in altri Paesi come Yemen, Siria, Libia e Iraq. E oggi
abbiamo i racconti delle persone che arrivano in Italia, quelle che non hanno
documenti e vengono da noi a curarsi. Noi come medici ascoltiamo le storie dei
nostri pazienti. Storie di violenze, di donne che vengono violentate per i
trafficanti di esseri umani.’’
‘’C’è un limite alla nostra dignità –
conclude Foad Aoodi – non possiamo
continuare a ricevere segnalazioni di richieste di aiuto e non fare niente. Lle
istituzioni internazionali devono intervenire.’’
Allo
sbarco dei giovani migranti, secondo il prelato, bisognerebbe affidare loro un
tutore che li accompagni lungo il viaggio verso altri percorsi.
‘’L’80 % dei minori non accompagnati – ha concluso
mons. Perego – ha tra i 16 e i 17 anni. Le
famiglie investono su di loro perché essendo minori hanno possibilità e tutele
maggiori nell’essere accolti da altri
paesi’’.
‘’L’auspicio
dei genitori è che possano così riuscire
ad ottenere un permesso di soggiorno per lavoro e mantenere la famiglia che
vive in condizioni di povertà nel paese d’origine.
Sarebbero
infatti 6mila e non5mila come indicato dall’Agenzia europea, i giovani in
Italia dei quali ‘’si sarebbero perse le
tracce a fronte di 12mila ingressi totali’’.
Di
questi seimila, si ritiene che circa 2mila si siano spostati in Nord Europa: sono
soprattutto giovani eritrei, somali e siriani. Per gli altri non ci sono
notizie.
È
però risaputo, soprattutto in Italia e in Grecia, continua Iacomini, che ‘’ avventurandosi fuori dai centri di
accoglienza rischiano di finire nelle mani di sfruttatori’’. Casi di
caporalato, ad esempio o di vari tipi di sfruttamento.’’ (da Avvenire del 2.2.16)

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