‘’ I dati diffusi da Europol sono molto allarmanti
ed inquietanti’’.
Non
nasconde la preoccupazione, la vicepresidente della Commissione parlamentare
per l’infanzia e l’adolescenza, Sandra Zampa. Lei è anche la firmataria di una
legge per il riordino dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati
che porta il suo nome.
I minori stranieri sono le persone
più a rischio fra quelle che affrontano il grande esodo sud-nord – sostiene Zampa – e non solo quelli non accompagnati. Quelli con famiglia che spesso sono
anche i più piccoli, sono costretti a vivere le drammatiche esperienze del
viaggio’’ (a piedi, in mare, con il
freddo e spesso con poco o senza cibo ed acqua).
‘’Quelli non accompagnati – prosegue Zampa
– sono spesso giovani distrutti, che hanno subito ogni tipo
di violenza’’.
Il
punto più dolente, rimarca la deputata : ‘’
E’ nella prima fase dopo lo sbarco. L’80% di loro deve mantenere la famiglia
lasciata al paese d’origine e devono entrare sin da subito in un sistema
protetto. Se ciò non avviene, vengono subito assoldati dalla malavita. Le ragazze
finiscono sul marciapiede.’’.
Fra
le misure concrete per salvare i bimbi e i minori che fuggono dalla fame e
dalla guerra, nella sua proposta di legge, Zampa chiede di intervenire nei
luoghi di partenza, con l’istituzione di corridoi umanitari.
‘’Il progetto ordina e mette a sistema tutte
le procedure, dallo sbarco alla messa in sicurezza che deve avvenire anche con
il supporto degli psicologi e soprattutto in una distribuzione delle presenze
sul territorio ‘’ spiega.
‘’C’è una grande commozione quando c’è il
cadavere di un bambino su una spiaggia greca – conclude – però poi finisce tutto lì’’.
Anche
per Save the Children il dato Europol ‘’è un dato importante, che non stupisce e
che evidenzia un fenomeno che da tempo come organizzazione stiamo portando all’attenzione
sia delle istituzioni che dell’opinione pubblica’’.
Il
fenomeno , spiega Viviana Valastro, responsabile del programma protezione
minori migranti ‘’riguarda soprattutto
minori di nazionalità eritrea, somale e siriana. In media hanno un’età tra i
15 e i
17 anni anche se ci sono stati casi di ragazzini più piccoli di 13 – 14 anni,
l’eccezione è il bambino di 11 anni’’. (da Avvenire del 2.2.216)


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