SCENE DA UNA GUERRA... CHE NON C'E'...
MA CHE FACCIAMO!
Sembrano scene da ''Prima guerra mondiale'',
invece sono solo di ieri...
DAVANTI A QUESTE FOTO S'INFRANGE
LA NOSTRA IN-CIVILTA'!
DAVANTI A QUESTE FOTO S'INFRANGONO
LE NOSTRE BELLE PAROLE
''Chi fugge dalla guerra va accolto, perché la sicurezza è un diritto di tutti anche per chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni’’
lo ha detto qualche giorno fa uno dei massimi esponenti del nostro Parlamento; ma davanti a tutto questo, le belle parole non bastano...
DAVANTI A QUESTE FOTO S'INFRANGE IL NOSTRO PROGRESSO SCIENTIFICO, TECNOLOGICO, ECONOMICO, POLITICO... UMANO!
Quelle barriere sono la manifestazione esterna
delle barriere spinate
che abbiamo posto sul nostro cuore:
chiuso, recintato, sequestrato dai nostri interessi privati;
barriere che fanno vittime fuori...
ma nondimeno dentro, dall'altra parte del filo spinato.
Chi dimora all'interno è giù vittima e carnefice di se stesso!
E se anche è vero che la situazione in tanti Paesi europei è già abbastanza tragica per le condizioni della popolazione locale,
è anche vero che la saggezza contadina che ha vissuto e sperimentato la guerra sulla propria pelle, che ha conosciuto bene fame e poverta'... in certe condizioni così si esprime ''dove mangiano due, mangiano anche tre'', oppure '' luogo stretto, mettiti al centro'', per dire che se anche il pane è già poco per i commensali, ci sarà sempre un pezzettino per chi arriva e chiede da mangiare e se proprio non c'è più spazio dove farlo sedere, si ponga al centro, perchè un pò di spazio lì c'è sempre.
Saggezza contadina, accoglienza, solidarietà, umanità, dignità, povertà... vanno sempre insieme in un cuore che ha sperimentato paura, disagi, maltrattamenti, repressioni, privazioni, dolore...
In un cuore che ha solo sperimentato la durezza e l'egoismo, l'egocentrismo e il potere... è normale che i valori siano altri.
I tempi duri della guerra li hanno vissuti tutti i popoli, dall'uno all'altro capo del mondo, ciò dovrebbe portarci a comprendere con più facilità le necessità, le paure e le speranze di chi si trova a vivere per l'ennesima volta situazioni simili... eppure sembra che la nostra memoria abbia un vuoto di parecchi secoli...
Purtroppo il benessere e il potere hanno questo potere su di noi: ci fanno dimenticare di esserci passati, di aver vissuto le stesse difficoltà e soprattutto ci fanno dimenticare il sollievo e la gioia di quel giorno quando qualcuno, da lontano, venne a liberarci dall'oppressione del nemico, fu festa subito!
Gli Americani furono accolti come liberatori e i popoli esultarono per la loro presenza che mise fine ad un incubo, lungo e atroce!
Quel giubilo e quella speranza vengono oggi chiesti a noi da altri popoli, da altri Continenti, da altri cuori spaventati e bisognosi di speranze e di mani amiche... oggi la richiesta è rivolta a noi, proprio a noi che ce ne stiamo sazi nelle nostre belle case a lamentarci del tempo... oggi siamo propri noi ad essere interpellati ad essere speranza per altri ... e la nostra risposta è una sola:
indietro lo straniero! ... Non passa lo straniero...
ma non è il Piave questa volta a mormorarlo, ma i nostri bei Parlamenti, comodi ed eleganti, le cui uniche soluzioni che riescono a trovare, tra un pranzo e l'altro, sono le recinzioni di filo spinato... ; i nostri saggi Parlamenti che scrivono una storia diversa, amara, quasi sacrilega... il diritto alla sicurezza è di tutti... sì, ma solo quando questo venga garantito con i fatti e sul campo e non solo con le parole rilasciate a giornalisti su comode poltrone rosse!
E se a qualcuno dovessero sfuggire i fatti e il senso della
LEGGENDA DEL PIAVE,
forse è il caso che vada a rivederla...
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
se a quei tempi l'esercito marciava per innalzare barriere contro un nemico che era invasore e voleva schiavizzare l'Italia...
oggi s'innalzano barriere contro un popolo che non viene come nemico ma come ''fratello che chiede aiuto'';
l'ultima strofa, poi, ci dà uno schiaffo morale
che non sarebbe male se
... ci facesse davvero male
... forse ci sveglieremmo un pò...
e tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi,
la Pace non trovò nè oppressi
nè stranieri!
il messaggio è che non abbiamo ancora capito
e purtroppo fatichiamo ancora molto a capirlo,
nonostante le tante esperienze tragiche vissute,
che la Civiltà è vera soltanto se è abitata dalla Pace,
perchè è solo la Pace
che ci rende davvero liberi e tutti uguali,
su un campo di battaglia
come su un campo di calcio,
come su ogni campo in cui le mani che si incontrano
non siano chiuse,
strette a pugno,
nascoste in tasche
o alzate a minaccia
del proprio fratello!
La Pace passò sul campo di battaglia e non trovò nè oppressi nè stranieri, perchè è la Morte che ci fa giustizia del nostro egoismo:
la Morte porta via allo stesso tempo e nella stessa misura oppressi e oppressori, amici e nemici, compaesani e stranieri... nelle sue mani siamo tutti uguali... peccato che lo si capisce solo dopo che si è morti, forse dovremmo pensarci un pò prima...
In una guerra non ci sono mai nè vinti nè vincitori... l'unica a vincere nella sua famelica insaziabilità è solo la Morte!
Ma noi siamo o dovremmo essere per la Vita...
e la Vita ha un solo nome: Pace!
La Pace ha un solo nome: Accoglienza!
L'Accoglienza ha un solo volto: quello del Fratello!
Il Fratello ha un solo cuore:
del tutto, per tutto e in tutto... simile al mio!
Ma, dice ancora la saggezza contadina,
''la pancia piena non capisce la pancia vuota'':
e i fatti certo non smentiscono questa sacrosanta verità!
Sì, forse il mio cuore sarà anche simile a quello di chi cerca una speranza di vita in un Paese straniero...
ma la mia pancia piena fa un pò fatica a comprendere
la fame e la sete di pane, acqua e giustizia
dell'altro... che spera in me! |
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