martedì 18 ottobre 2016




New York - 20 settembre 2016 - “Respingiamo qualsiasi forma di fondamentalismo o razzismo o la convinzione di una superiorità etnica che renda le nostre identità tradizionali inconciliabili con la modernità. Abbracciamo invece la tolleranza che è il risultato del rispetto di ogni essere umano”. 
È l’appello lanciato al mondo da Barack Obama durante la 71esima sessione plenaria dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. 
“È un dato di fatto che l'integrazione globale ha portato a uno scontro tra culture;commercio, migrazioni, Internet, tutte queste cose possono sfidare e destabilizzare le nostre identità più care”  ha sottolineato il presidente americano, indicandone le conseguenze in tutto il mondo, Europa compresa.
“Vediamo società liberali opporsi quando delle donne scelgono di coprirsi. Vediamo le proteste contro le vignette di un giornale occidentale sul profeta Maometto. In un mondo che si è lasciato alla spalle l’età dell’imperialismo, vediamo la Russia tentare di recuperare con la forza la gloria perduta. Potenze asiatiche in concorrenza su rivendicazioni storiche”.
“In Europa e negli Stati Uniti vediamo la gente lottare con la paura dell’immigrazione e dei cambiamenti demografici, e suggerire che in qualche modo le persone che appaiono diverse stanno corrompendo la natura dei nostri Paesi”. 
“Dobbiamo rispettare il significato che le persone fanno derivare dalle loro tradizioni, dalla loro religione, dalla loro etnicità, dal loro senso di appartenenza a una nazione. Ma io non credo – ha ammonito Obama – che il progresso sia possibile se il nostro desiderio di preservare le nostre identità lascia la strada a un impulso a disumanizzare o dominare un altro gruppo”. 
“Se la nostra religione ci porta a perseguitare quelli di un’altra fede, se imprigioniamo o picchiamo le persone che sono gay, se le nostre tradizioni ci portano a impedire alle ragazze di andare a scuola, se discriminiamo sulla base della razza o della tribù o dell’etnia, allora i fragili legami della civilizzazione si sfilacciano. Il mondo è troppo piccolo, noi siamo troppo stretti gli uni accanto agli altri, per ricorrere a quei vecchi modi di pensare”
................................................................................................. ''Il mondo è troppo piccolo per essere razzisti'' non è solo una frase ad effetto, ma una lacerante verità che ci attraversa da nord a sud e ci demolisce e ci ricostruisce allo stesso tempo.
Sì, forse dovremmo prendere coscienza di questa nostra realtà: il mondo effettivamente è piccolo e il tempo da trascorrervi non è poi così tanto; il mondo appartiene a tutti, ci viene dato in eredità e dovremo lasciarlo in eredità.
I confini sono convenzioni umane, forse necessari per poter bene e meglio organizzare un territorio; sicuramente inutili per recintare il nostro spazio di potere e di prepotenza.
Obama ha fatto una sintesi generale, ma molto dettagliata, di quelli che sono i mali di questi tempi, sicuramente ci ha provocati e spinti a riflettere su tanti nostri comportamenti, tante nostre scelte, tanti nostri pregiudizi, preconcetti, ignoranze  e deliri di onnipotenza.
Ma fare diagnosi non basta, il problema vero è trovare la cura, avere il coraggio di proporla e soprattutto di metterla in pratica.

Il razzismo è una piaga putrescente, che è rimasta incurata da troppo tempo, forse da sempre; si attraversano epoche storiche in cui il ''virus razzismo'' diventa più attivo e virulento, poi sembra che tutto ritorni nella norma, ma "l'infezione" non è stata mai in realtà mai affrontata e combattuta tanto da estirparla completamente.
Non so se non si vuole o non si può.
Forse entrambe le cose.
Il razzismo è la somma di tanti mali, proprio tanti: egoismo, prepotenza, senso di superiorità, potere, corruzione politica ed economica, cattiva cultura, ignoranza, delinquenza, interessi di ogni genere, superbia, convinzioni frutto di pregiudizi...
Il razzismo è multiradicato nel nostro DNA; sradicarlo significa cambiare l'animo umano.
Cambiare non significa partecipare ad un corteo per la pace o ad una festa di beneficenza o fare rappresentanza politica e bei discorsi diplomatici, ma significa farsi tutto a tutti, fare agli altri quello che si vorrebbe fosse fatto a sè.
Che questo sia necessario ed urgente... è una realtà!
Che questo si realizzerà prima o poi... è un'utopia!
Resterà utopia fino a quando le parole non si incarneranno nella realtà e daranno vita all'eterno desiderio umano di essere un'unica pacifica Umanità.

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