mercoledì 2 novembre 2016

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Un equivoco che Bergoglio vuole dissipare
di Aldo Cazzullo – Corriere della Sera, 2 Novembre 2016

È la prima volta che il Papa  parla di «prudenza»  nell’accogliere i rifugiati, e
 ancor più i migranti. Non è una correzione di rotta, ma una specificazione importante.
 Un conto è accogliere e integrare; un altro è incoraggiare un flusso imponente, che
alimenta anche traffici  criminali.
La paura forse non è la più nobile delle attitudini; ma non è una colpa. Non va
alimentata e usata. Ma non va neppure negata e rimossa.
Francesco fa bene ad ammonirci a non chiudere il nostro cuore, come ha
ripetuto ieri. Ma in passato è accaduto che le sue parole si prestassero a essere
confuse con un incoraggiamento a partire verso l’Italia. Un conto è accogliere e
integrare; un altro è incoraggiare un flusso imponente, che alimenta anche
traffici criminali. Per questo l’intervento a bordo del volo papale di ritorno dalla
Svezia serve a dissipare un possibile equivoco. Anche perché, accanto ai
sentimenti dei nuovi arrivati, Bergoglio mostra di tener conto anche di quelli
degli italiani.
Rifugiati e migranti — bene ha fatto il Papa a distinguere — non arrivano in un
Paese prospero, coeso, sereno. Si affacciano in un’Italia che vive un vero e
proprio dopoguerra. La crisi ha lacerato in modo devastante il tessuto industriale
e sociale, soprattutto al Nord, soprattutto in provincia. Il terremoto infinito e
diffuso del Centro Italia assorbe risorse ed energie della Protezione civile. In
queste circostanze, è quasi miracolosa la generosità con cui il Paese — a
cominciare dall’avamposto di Lampedusa — ha salvato e accolto centinaia di
migliaia di stranieri, nel disinteresse pressoché totale dell’Europa. L’accordo
sulla ripartizione delle quote dei migranti è stato vergognosamente disatteso: un
atteggiamento ben più grave delle rivolte sporadiche come quella — fuori luogo
— di Gorino.
Sui media tende a prevalere una visione irenica e spensierata dell’immigrazione,
tipica di un’élite per cui gli stranieri sono colf a basso costo e chef di ristoranti
etnici. Il primo Papa sudamericano ha un’altra storia, un’altra autorevolezza.
A maggior ragione le parole che abbiamo ascoltato ieri sono preziose.

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