venerdì 13 giugno 2014

QUANDO I DESIDERI SON SOGNI...

Questa pagina di diario, scritta da Emran, è sicuramente molto più eloquente dei tanti articoli di questo blog, perché stare ‘’dentro al problema’’ non è come ‘’stare fuori’’; chi è coinvolto personalmente nelle vicende dell’immigrazione mette in gioco i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi sentimenti; sono gli anni della propria vita, è il tempo della propria vita che scorre su binari paralleli a quelli della propria famiglia; è il tempo in cui la speranza si intreccia con il dolore, il futuro con il passato, i sogni… con i desideri…

Grazie, Emran, perché ci hai aiutati a capire che ‘’l’immigrazione’’ non è solo una parola o un problema di tipo socio-economico; l’immigrazione è uno ‘’strappo’’ alla propria vita, una ferita che resta aperta.

L’immigrazione infrange i sogni, spezza le famiglie, separa chi si ama… offre una vita nuova che è  sicuramente un’opportunità… ma richiede un prezzo.. un prezzo troppo alto… il più alto che possa chiedere!

Caro diario,
oggi ti scrivo perché è successo qualcosa per me molto importante. 
Ho fatto un sogno che sembrava vero.
Ho sognato la mia famiglia: parlavamo e ridevamo, stavo con la mia mamma, lei mi abbracciava e mi baciava e mi diceva: ‘’Come sei cambiato? Sei cresciuto, sei diventato un uomo!’’. Io ero molto emozionato, perché dopo quattro anni rivedevo loro.
Il mio fratellino mi chiedeva: ‘’ Che cosa hai portato per me?’’.
Gli avevo promesso, quando sono partito, di portargli un regalo al mio ritorno.
E' da tanto tempo che lui lo aspetta.
Desideravo fare questo sogno da tanto tempo e finalmente si è avverato ed ho sognato loro. 
Ero contentissimo di rivedere i miei parenti e amici e soprattutto rivedere la mia mamma e parlarle delle mie paure e della mia nuova vita lontano da loro e in un mondo muovo.
I suoi occhi erano pieni di lacrime per la gioia e la felicità, ma anche tristi, perché non era stata così forte da non farmi partire.
Lei mi parlava di mio fratello maggiore che si era sposato e che aveva una bambina bellissima di un anno e mezzo.
All’improvviso mi sono svegliato, mi sono guardato intorno e non ero nella mia casa in Afghanistan, ma mi ritrovavo nella nuova casa, in Italia.
Mi sono rattristato, ma nello stesso tempo ero contento e sentivo ancora addosso le carezze di mia madre, le sue dolci parole e sul mio viso scendevano le lacrime, le stesse che lei aveva versato nel mio sogno.
Era questo solo un sogno, ma spero tanto che un giorno tutto questo si avveri.


                                                                     Emran

1 commento:

  1. Carissimo Emran, con il tuo sogno ci fai toccare con mano e ci fai vedere con il cuore, la fatica e la sofferenza del lasciare gli affetti i luoghi cari, il proprio mondo, con il tuo sogno ci aiuti a crescere nella consapevolezza del valore della vita, di ogni vita. Se il tuo sogno mi ha commosso forse è anche per il fatto che ormai anche io mi sento parte di "voi" e "voi" parte di me, ti voglio bene e ti auguro innanzitutto la gioia.
    don Giuseppe

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