QUANDO I DESIDERI SON SOGNI...
Questa pagina di diario, scritta da Emran, è sicuramente
molto più eloquente dei tanti articoli di questo blog, perché stare ‘’dentro al
problema’’ non è come ‘’stare fuori’’; chi è coinvolto personalmente nelle
vicende dell’immigrazione mette in gioco i suoi pensieri, le sue emozioni, i
suoi sentimenti; sono gli anni della propria vita, è il tempo della propria
vita che scorre su binari paralleli a quelli della propria famiglia; è il tempo
in cui la speranza si intreccia con il dolore, il futuro con il passato, i
sogni… con i desideri…
Grazie, Emran, perché ci hai aiutati a capire che ‘’l’immigrazione’’
non è solo una parola o un problema di tipo socio-economico; l’immigrazione è
uno ‘’strappo’’ alla propria vita, una ferita che resta aperta.
L’immigrazione infrange i sogni, spezza le famiglie, separa
chi si ama… offre una vita nuova che è sicuramente
un’opportunità… ma richiede un prezzo.. un prezzo troppo alto… il più alto che
possa chiedere!
Caro diario,
oggi ti scrivo perché è successo qualcosa per me molto importante.
oggi ti scrivo perché è successo qualcosa per me molto importante.
Ho fatto un sogno che
sembrava vero.
Ho sognato la mia
famiglia: parlavamo e ridevamo, stavo con la mia mamma, lei mi abbracciava e mi
baciava e mi diceva: ‘’Come sei cambiato? Sei cresciuto, sei diventato un
uomo!’’. Io ero molto emozionato, perché dopo quattro anni rivedevo loro.
Il mio fratellino
mi chiedeva: ‘’ Che cosa hai portato per me?’’.
Gli avevo promesso,
quando sono partito, di portargli un regalo al mio ritorno.
E' da tanto tempo
che lui lo aspetta.
Desideravo fare
questo sogno da tanto tempo e finalmente si è avverato ed ho sognato loro.
Ero
contentissimo di rivedere i miei parenti e amici e soprattutto rivedere la mia
mamma e parlarle delle mie paure e della mia nuova vita lontano da loro e in un
mondo muovo.
I suoi occhi erano
pieni di lacrime per la gioia e la felicità, ma anche tristi, perché non era
stata così forte da non farmi partire.
Lei mi parlava di
mio fratello maggiore che si era sposato e che aveva una bambina bellissima di
un anno e mezzo.
All’improvviso mi
sono svegliato, mi sono guardato intorno e non ero nella mia casa in Afghanistan,
ma mi ritrovavo nella nuova casa, in Italia.
Mi sono
rattristato, ma nello stesso tempo ero contento e sentivo ancora addosso le
carezze di mia madre, le sue dolci parole e sul mio viso scendevano le lacrime,
le stesse che lei aveva versato nel mio sogno.
Era questo solo un
sogno, ma spero tanto che un giorno tutto questo si avveri.
Emran

Carissimo Emran, con il tuo sogno ci fai toccare con mano e ci fai vedere con il cuore, la fatica e la sofferenza del lasciare gli affetti i luoghi cari, il proprio mondo, con il tuo sogno ci aiuti a crescere nella consapevolezza del valore della vita, di ogni vita. Se il tuo sogno mi ha commosso forse è anche per il fatto che ormai anche io mi sento parte di "voi" e "voi" parte di me, ti voglio bene e ti auguro innanzitutto la gioia.
RispondiEliminadon Giuseppe