FORTEZZA EUROPEA
La parola ‘’FORTEZZA’’ ha tanti significati, alcuni positivi altri negativi.
In questo caso, questo termine non è inteso nella sua accezione più positiva, perché non vuole intendere ‘’la forza dell’Europa’’, ma la ‘’roccaforte europea’’, cioè la chiusura, la torre di prigionia dentro la quale si è autoreclusa l’Europa, arroccata in sé stessa per non farsi espugnare da chi tenta l’assalto.
Mai come in questo caso la parola ‘’FORTEZZA’’ esprime tutta la debolezza di un’Europa che ha paura dell’altro, che ha paura di mettersi in gioco, che preferisce stare a guardare, bendarsi gli occhi, aspettare che passi da sé, aspettare che qualcun altro si muova e le risolva il problema.
‘’Fortezza europea’’ è sinonimo di ‘’Immobilismo europeo’’ ovvero di quell’ indifferenza che nasce dalla ‘’cultura dello scarto’’ più dilagante del fenomeno stesso dell’immigrazione.
Diventa quasi necessario, a questo punto, usare termini ‘‘bellici’’, proprio come se ci fosse una vera e propria battaglia in corso, perché la realtà è proprio questa: i migranti lasciano una guerra e ne trovano un’altra da fare, non per loro volontà, ma per necessità e la necessità si chiama sopravvivenza, non è la conquista di un territorio o di una ricchezza che non appartiene, ma è la salvezza della propria vita; anche nella libera e democratica Europa bisogna combattere per veder riconosciuti il diritto ad esistere.
C’è una parte del mondo, soprattutto il sud Africa, che sta chiedendo aiuto, che spera nella democrazia occidentale, che guarda alla conquista della libertà contando sull’aiuto di coloro che già ci sono passati e sanno o almeno dovrebbero sapere cosa vuol dire vivere in uno Stato dove i ‘’diritti primari sono negati’’.
Ma sembra proprio che l’Europa abbia dimenticato il suo passato e non abbia molta intenzione di muoversi per migliorare il futuro di altri popoli che contano sulla sua civiltà raggiunta.
C’è un popolo africano, rimasto immobile per millenni, che si muove dall’altra parte della Terra, e c’è un popolo europeo, in cammino da sempre, che resta immobile, quasi paralizzato in sé stesso, ingessato, inglobato nei suoi problemi interni, che non riesce a vedere né le bare che si susseguono nelle immagini televisive, come un film che non è un film, ma un reality troppo reale, né le difficoltà del popolo italiano a gestire una situazione d’emergenza che dura da anni. Verrebbe da dire che ‘’si è in Europa, ma non si è dell’Europa’’; Europa non vuol dire, a quanto pare, ‘’collaborazione, condivisione, co-gestione dei problemi internazionali’’.
Qualcosa comincia a muoversi, negli ultimi mesi, tentativi di dare ‘’visibilità agli invisibili, la parola ai senza voce’’.
È nata nei mesi scorsi il CISPM, una ‘’ Coalizione internazionale dei sans-papier e migranti’’, che Lunedì 24 febbraio alle ore 11, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – a Roma – ha organizzato una conferenza stampa per la presentazione della Carovana europea- Bruxelles 2014. Durante la conferenza il porta voce italiano della coalizione, Aboubakar Soumahoro, ha riferito che: ‘’L’1 marzo parte la ‘’Carovana europea - Bruxelles 2014’’, migranti e rifugiati in marcia contro il sistema Dublino per la libera circolazione delle persone richiedenti asilo, rifugiati, clandestini, migranti ed europei d’origine straniera: chi non è cittadino a pieno diritto. Esseri umani che rifiutano ogni genere di razzismo, di sfruttamento e di discriminazione…
‘’Abbiamo deciso di organizzare una carovana europea – dice il porta voce - che partirà da un gran numero di Stati europei e si dirigerà a Bruxelles (Belgio), sede delle istituzioni europee. Questa carovana ricorderà all’Europa che siamo anzitutto delle persone e che rifiutiamo di guardare in silenzio il dispiegamento di dispositivi di potere messo in campo dall’Unione Europea e gli Stati membri per privarci illegittimamente della nostra dignità e persino della nostra vita. Un esempio fra mille è rappresentato dal dramma delle centinaia di donne, bambini e uomini che perdono la vita ogni anno nel mar Mediterraneo, come a Lampedusa. Questo dramma rappresenta la punta dell’iceberg del fallimento delle politiche repressive e restrittive dell’Europa e dei suoi Stati membri’’.
Dopo l’annuncio, sono cominciate le prime difficoltà…
Nel loro sito (www.carovanaeuropeadirittiedignita.wordpress)
leggiamo: ‘’ La carovana in viaggio verso Bruxelles - Viaggio difficile, intanto, per il primo pullman italiano della "Carovana europea dei migranti". Il mezzo, partito da Torino, ha come meta Bruxelles, dove nei prossimi giorni si manifesterà contro le politiche sull’immigrazione della “Fortezza Europa”. Il pullman è stato bloccato prima dagli Svizzeri al valico del Gran San Bernardo, poi a Chamonix dalle forze di polizia francesi. Dopo circa 9 ore di forzata sosta, la “carovana” è potuta ripartire. Cinque rifugiati, però, sono stati prima fermati e poi rilasciati ma rispediti in Italia. “C’è stato un processo per direttissima – ha spiegato all'Adnkronos Aboubakar Soumahoro, tra gli organizzatori dell'iniziativa – terminato con una procedura di riammissione in Italia senza alcuna condanna”. “Sul pullman – continua Soumahoro – non ci sono clandestini. Sono tutti rifugiati e tutti in regola. Al massimo c'è qualcuno che è in fase di rinnovo del permesso di soggiorno, ma che, in ogni caso, ha i suoi documenti”. A Bruxelles sono già arrivate le “carovane” partite da Germania, Grecia, Spagna, Francia e Olanda.’’
Migranti e i rifugiati di gran parte d’Europa hanno deciso di dire ‘’basta’’ alle prigionie forzate, alla sordità dell’Europa, al suo ‘’non ci interessate’’, hanno deciso di combattere per la legalità, la dignità e la giustizia sociale.
Gli incontri e i convegni sui diritti dei migranti organizzati in varie parti dell’Europa, avranno il loro culmine nell’incontro del 29 giugno a Bruxelles; il programma prevede varie tappe:
Mercoledì 18 giugno
Ore 18:00 Incontro e presentazione della carovana dei migranti 2014 a Bruxelles
giovedì 19 giugno
Assemblea Generale con all’ o.d.g. ‘’ 2014 Caravan dei migranti è arrivato a Bruxelles: situazione dei migranti privi di documenti a Bruxelles, prospettive ...
Venerdì 20 giugno
ore 11:00 Passeggiata Rhodes-Saint-Genesis a Bruxelles in attesa dell’incontro delle 15 con il Parlamento europeo
Domenica 22 Giugno
Casa italiana e delegazioni francese; alle ore 17: Evento FGTB, 50 anni di immigrazione marocchina, parlando a una delegazione della Carovana
Lunedi, 23 Giugno
ore 11:00 e ore 15: Lobby Tour
Martedì 24 giugno
A Bruxelles alle ore 18: Dibattito sui centri chiusi.
ore 20:30 Proiezione del film documentario "L'avventura" di Grégory Lasalle + discussione: "Tre migranti detenuti in Grecia dalla legislazione comunitaria ...".
Mercoledì 25 giugno
ore 16:00 Rally ai Stranieri
ore 18.30 Dibattito "Lavorare senza documenti" del Comitato dei lavoratori privi di documenti
ore 19:00 Proiezione del Film "La terra tra" con il regista David Fedele e Caroline Intrand
Giovedi, 26 Giugno
ore 16:30 Grande protesta popolare, dalla Place du Begijnhof
Venerdì 27 giugno
ore 9.30 Contro discussioni del vertice / workshop; ore 14: Plenaria; ore 19: Big Day
Sabato 28 Giugno
Sera: Meeting e Festival "Il caso Mamadou Bah, un avanzamento legale per tutti i rifugiati"
domenica 29 giugno
Grande protesta pacifica per i diritti dei rifugiati e dei migranti
Cosa dire?
Tutto ok, va benissimo, finalmente ci si comincia a muovere, finalmente qualcuno comincia a capire che c’è qualcosa che non va, che bisogna sbobinare un po’ di cose perché si rischia il blocco totale:
blocco come chiusura da parte dell’Europa;
blocco come battaglia da parte dei migranti;
blocco come indifferenza da parte del mondo;
blocco come ristagno delle situazioni a monte e a valle…
blocco come altre vittime da recuperare in mare, altri sbarchi che non si riescono a gestire…
blocco come altre sofferenze che non si sa più dove accumulare…
blocco come altri anni passati a delegare e a rimandare…
blocco del cuore che si rifiuta di amare!
Il blocco è sempre sinonimo di irrigidimento, di infertilità, di mancata fecondità… che non è cosa da poco: se uno Stato, una Nazione, un Continente non è fecondo… rischia l’estinzione!
La fecondità nasce dall’amore, se l’amore manca non si generano più buoni principi, buoni propositi, buone idee, buone azioni, buone leggi, buona solidarietà… buona umanità!
È l’amore che dà vita e forza alle parole e le trasforma in azioni, in gesti di attenzione e misure di risoluzione dei problemi.
Il motore è sempre l’amore: la macchina è tutto l’apparato burocratico europeo.
Se il motore è spento… la macchina non si muove!
La si può anche spingere a forza di braccia… ma non si metterà mai davvero in moto se la chiave non viene girata per accendere il motore.
La chiave è la voglia di prendersi cura di coloro che chiedono aiuto.
Sembrerebbe quasi scontato, normale che ciò accadesse: come può un uomo vedere un altro uomo in difficoltà e non porgergli aiuto, prima ancora che gli venga richiesto?
Dovrebbe essere un gesto naturale, istintivo, perché l’istinto dell’uomo nasce dall’amore.
Ma a quanto pare, non solo non è un gesto spontaneo, né istintivo, né dettato dall’amore, ma è un gesto rifiutato, negato, rigettato, archiviato nella soffitta del cuore, un gesto che non viene proprio preso in considerazione, posto per ultimo nella lista delle priorità, ammesso che ci fosse per davvero in questa lista.
È vero che l’Europa ha tanti problemi, è un continente in cammino, ancora non si regge bene sulle sue gambe, deve impostare e reimpostare le sue articolazioni, esplorare il cammino da fare, cercare nuove strade, pur restando sempre sulla strada principale che è quella della ‘’Comunità’’ che si è deciso di creare.
È vero che la strada insieme è dura, faticosa, ardua, cosparsa di pericoli e di rischi… nessuno mette in dubbio o sottovaluta le difficoltà di questo momento storico… ma… ma… ma… l’Europa prima ancora di essere fatta di leggi e misure economiche… è fatta di uomini che decidono di camminare insieme per il bene dell’uomo… lo scopo è unicamente questo!
Nel momento in cui prendono il sopravvento gli interessi economici e le ragion di Stato, le rigidità e le chiusure, in questo caso l’uomo passa in secondo se non in ultimo piano; questo passaggio in ultima fila dell’uomo ci dice che qualcosa non va…
L’uomo con i suoi bisogni deve essere sempre al centro dell’impegno della Comunità Europea, sempre prima l’uomo, chiunque egli sia; qualora non fosse così… allora possiamo concludere parafrasando una frase famosa che qualcuno coniò in riferimento alla nascita dell’Unità d’Italia: fatta l’Europa… occorre fare gli Europei!
Potrebbe anche essere allargata così: fatta l’Umanità… occorre fare l’uomo!
L’uomo ancora informe, chiuso nelle sue paure e nei suoi egoismi deve ancora scoprire la libertà che solo l’amore è in grado di dare!
Agli immigrati direi di continuare a bussare… di far sentire
la propria voce, di gridare quello che hanno scritto nel cartello che portano in
corteo ‘’invece di dare la cittadinanza
ai morti, date la residenza ai vivi’’!
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