PAGINE DI STORIA
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UNO
SGUARDO DENTRO LA STORIA
E’
difficile capire quello che sta succedendo nel Medio Oriente in questi ultimi
anni, perchè si sono alternate, in modo rapido, governi, gruppi di potere,
gruppi terroristici e civili che hanno ribaltato le cose da un giorno
all'altro, cambiando scenario in maniera repentina.
Dagli
anni di Al Qaeda di Bin Laden all'Isis di oggi è stato un susseguirsi di
attentati e prese di potere che hanno stravolto il Medio oriente, coinvolgendo
ora l'uno ora l'altro Paese Orientale, con ripercussioni nel mondo Occidentale.
Ci
sono giochi politici ed anche interessi economici, ci sono estremismi religiosi
ma anche traffici illegali e tentativi di pulizia etnico-religiosa.
C'è
un caos che ha creato un' emergenza umanitaria non meno grave dei tempi
dell'olocausto.
C'è
la paura di intervenire, ci sono dubbi sulle modalità d'intervento.
Ci
sono, come sempre, interventisti e neutralisti, la differenza la fa il tipo di
rapporto che si ha con i Paesi del Medio Oriente: c'è chi ha paura di perdere
le forniture di petrolio e di intaccare i rapporti politico-economici con le
parti in causa; c'è chi guarda con timore al dilagare della violenza ma indugia
nell’intervenire e c'è chi si schiera dalla parte degli oppressi pensando di
rifornirli di armi per far fronte al nemico oppressore. C’è chi, molto
cautamente, cerca di intervenire, ma viene crudelmente provocato ad intervenire
con forza e violenza.
Ci
sono varie posizioni e diverse opinioni, soprattutto diversi interessi in
gioco.
Come
sempre, a guidare il tutto è l'economia, quell'economia che non è più per
l'uomo, ma è diventata strumento di potere per l’uomo contro l'uomo stesso, che
mette al primo posto il dio-denaro, anche quando a farne le spese sono popoli
interi.
E'
quell'economia senza più etica, spesso denunciata dal papa, che muove le sorti
dei popoli, mettendo in secondo piano la loro stessa sopravvivenza, in funzione
di un potere d'acquisto quanto più vantaggioso per le parti.
Per
questo è difficile capire quello che sta succedendo nel vicino Medio Oriente,
perchè gli interessi religiosi che emergono in maniera più evidente sono solo la punta dell'icemberg e il capro
espiatorio di altri interessi che tanto sommersi poi non sono.
Quello
che è sicuro è che la violenza usata e messa in atto ha superato anche quella
dello stesso Bin Laden, il quale, a suo tempo, diceva di guardarsi bene dall'Isis,
considerato troppo spietato perfino per gli standard qaedisti.
La
brutalità del gruppo, abituato a stragi di massa, distruzione di chiese,
torture e abusi, era considerata
eccessiva ed anche pericolosa dallo stesso capo di Al Qaeda, la cui violenza
tutti ce l’abbiamo ancora negli occhi.
E
che Bin Laden non sbagliava a considerarlo così disumano ne abbiamo le tragiche
prove oggi: uomini crocifissi, decapitati, torturati, donne rapite e
violentate, vendute come schiave, bambini uccisi tra le braccia dei genitori,
popoli in fuga, fame, persecuzione, dispersione e distruzione di una civiltà,
cristiana e musulmana anche, che hanno camminato insieme per secoli.
È
il caos totale.
Dice
papa Francesco che è in atto la terza guerra mondiale… anche se a pezzi!
E
non si può di certo negare che abbia tragicamente ragione: Iraq, Libia, Siria,
Gaza, Israele, Ucraina, Russia… sono solo alcuni dei Paesi sotto i riflettori
dei mass media, ma numerosissime altre guerre sono in campo in tante parti del
mondo, soprattutto in Africa, ma anche in Asia come gli attuali scontri fra Corea
del Nord e Corea del Sud.
C’è
un mondo in guerra, c’è un mondo in fiamme, c’è un mondo sofferente che alza il suo grido dalla terra verso il
cielo in maniera devastante; ci sono tante mani tese e tanti occhi che
aspettano con speranza un aiuto dal resto del mondo.
Ma
in un mondo globalizzato, dare aiuti oggi è la cosa più difficile; spesso si
stringono accordi con ‘’gente poco pulita’’, così, quando ci sono scontri in atto, si fa fatica a schierarsi
contro gli aggressori, amici di lunga data.
Ecco
perché le guerre vanno avanti per secoli, ecco perché gli aiuti umanitari
arrivano in ritardo ed ecco perché si discute così a lungo sulle modalità di
intervento.
Cosa
fare? Quali le strategie più adeguate? In che modo intervenire?
Forse
le risposte dipendono dal tipo di priorità che ci si pone e da che cosa si
ritiene sia più urgente e più importante: salvaguardare la vita o… i propri interessi economici!
Forse
bisognerebbe un attimino considerare una piccola verità: l’economia ha senso
fino a quando ci sono uomini sulla terra… se i popoli muoiono, l’economia
diventa…. inutile utopia!

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