martedì 26 agosto 2014




Schiavitù emarginate dalla fraternità

‘’La schiavitù non è un fatto del passato, ma una piaga sociale fortemente presente anche nel mondo attuale, una vergognosa speculazione che arricchisce singoli e gruppi con il traffico di esseri umani, la tratta di migranti e della prostituzione, il lavoro che sfrutta donne e bambini. È una realtà che impedisce il riconoscimento della pari dignità dell’altro, quindi, la fraternità universale e la pace. Di qui il tema scelto da Papa Francesco per la 48ª Giornata Mondiale della Pace, che sarà celebrata il primo gennaio 2015: “Non più schiavi, ma fratelli”.
A molti bambini è impedito di vivere la loro età in maniera dignitosa <br> (Foto Toppette)Commentando il tema il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace scrive in un comunicato che “la schiavitù è una terribile ferita aperta nel corpo della società contemporanea, è una piaga gravissima nella carne di Cristo! Per contrastarla efficacemente occorre innanzitutto riconoscere l’inviolabile dignità di ogni persona umana, e inoltre tenere fermo il riferimento alla fraternità, che richiede il superamento della diseguaglianza, in base alla quale un uomo può rendere schiavo un altro uomo, e il conseguente impegno di prossimità e gratuità per un cammino di liberazione e inclusione per tutti (…). Per questo, occorre anche l’impegno dell’informazione, dell’educazione, della cultura per una società rinnovata e improntata alla libertà, alla giustizia e, quindi, alla pace”.

Le parole del papa e la scelta del tema previsto per la 48^ giornata Mondiale della Pace sono tanto attuali
quanto difficili da accettare: quando si pensa che siamo nel ventesimo secolo sembra di aver toccato il vertice del progresso e dell’emancipazione, le cose del passato sono passate, si guarda ad un futuro ipertecnolocizzato e poi… ci guardiamo intorno e scopriamo non solo di non aver fatto così poi tanti passi in avanti, ma addirittura di essere ritornati indietro, molto indietro, quando la schiavitù era la normalità e quando i padri-padroni avevano il diritto di vita e di morte su tutti i membri della famiglia.
Basta ascoltare il telegiornale  o sfogliare qualche giornale e ci si trova davanti a delle situazioni orribili, non da Medioevo, non da Far West ma da preistoria, quando l’uso della ragione era limitato alla ricerca di soluzioni soltanto per la propria sopravvivenza, non c’erano altri obiettivi e non c’erano altri bisogni.
Sto esagerando? Beh, se qualcuno dovesse crederlo, basta leggere questo articolo di qualche giorno fa, che non ha bisogno di altri commenti, dice già tutto da solo!
Vorrei fare, però, una breve riflessione: La Pace passa attraverso la religione cristiana, sono stati i cristiani i primi che hanno abolito la schiavitù, sono stati loro a parlare di uguaglianza, fraternità, dignità, libertà.
Dove i cristiani hanno posto la loro dimora è fiorita la cultura, la scienza, la consapevolezza del dono della vita, l’importanza dell’amore… ora tutte queste conquiste vengono demolite in nome di una efferata giustizia disumana. 
Ecco perchè i cristiani sono ancora oggi perseguitati: perchè la Pace, la Libertà, la Giustizia, la Dignità non sono ancora patrimonio di tutta l'umanità.
Credo che dopo aver letto questo articolo che sotto riporto… le parole non avranno termini adeguati e sufficienti per commentare oltre, il silenzio perciò dirà ogni cosa e riconoscerà l’urgenza e la necessità della Pace e del’Amore !


Si sposano per amore contro il volere dei genitori, decapitati in pubblico
La coppia uccisa in Pakistan centrale per aver contratto un matrimonio d'amore è stata decapitata in pubblico, secondo nuovi particolari emersi dai media locali. Da quanto si legge nella denuncia della polizia, il «delitto d'onore» è stato compiuto dal padre della ragazza insieme ad altri familiari e complici.

Muafia Bibi, 17 anni, e Sajjad Ahmed, 31 sono stati presi nella loro casa, caricati su un furgone e portati nel villaggio dove sono stati decapitati con un accetta davanti ai residenti rimasti a guardare davanti all'orripilante scena.

In un'altra notizia, emersa oggi, una giovane donna è stata bruciata viva in un villaggio del Punjab per aver rifiutato il matrimonio combinato dai genitori. Secondo dati della ong The Human Rights Commission of Pakistan, 869 «delitti d'onore» sono stati commessi nel 2013 in Pakistan, ma si tratta di una cifra sottostimata perchè spesso le famiglie delle vittime non hanno il coraggio di denunciare i soprusi

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