martedì 1 marzo 2016

PAGINE DI STORIA
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IL FARE CHE NON VOGLIAMO FARE

Ci sono alcune parole-chiave in questi ultimi due articoli sulla tratta dei minori, che si confermano a vicenda e che portano alle stesse conclusioni:
  1. Commuoversi e non fare niente
  2. Sapere e non fare niente
  3. Mancato stupore di fronte al fenomeno, conosciuto da tempo.
  4. Fatica a portarlo all’attenzione dei potenti-volenti.
Quest’ultimo punto è sicuramente il più doloroso: di potenti-volenti non se ne vedono molti in giro.
I potenti-volenti sono coloro che potrebbero, per incarico pubblico, intervenire con misure adeguate, ma ‘’non vogliono’’, sono ‘’non-volenti’’, non hanno nessuno intenzione di intervenire in maniera concreta per fermare o almeno frenare il fenomeno.
E se sono ‘’potenti-non-volenti’’ automaticamente diventano anche ‘’potenti-violenti’’, perché permettono che la violenza faccia il suo corso in alternativa alla giustizia che tutela i minori.
Risultati immagini per minori migrantiCome al solito, si fanno indagini, inchieste, interviste… e poi tutto resta sulla carta, tutto finisce con una lacrimuccia sul luogo della tragedia e poi… ci rivediamo alla prossima tragedia con altre lacrime a portata di fazzoletto.
È la nostra  tragedia questa, sì la nostra tragedia infinita: la nostra assuefazione ai fatti e la nostra acquisita indolenza; il nostro attivismo riguarda solo la raccolta dei dati e la corsa alla notizia, ma poi tutto resta solo notizia che non ci scandalizza più né più ci interpella.
Siamo abituati alla notizia, sapere ci basta perché ci dà la convinzione di aver fatto il proprio dovere: sapere mi basta, cos’altro c’è da fare?
Il fare è un’altra cosa.
Sappiamo tutto di tutti, anche dei minori che diventano ‘’oggetto di sfruttamento’’, ma basta saperlo per non essere fuori dal mondo… che cos’altro c’è da fare? Purtroppo non possiamo fare niente… è un commercio troppo vasto e troppo pericoloso… meglio lasciar perdere!
È proprio questa la nostra tragedia: l’immobilismo, l’assuefazione, l’inattivismo, l’indifferenza, il sapere per sapere, non per fare.
I minori continueranno ad essere sfruttati dai trafficanti di organi e da ogni altra organizzazione malavitosa e noi continueremo a fare i conti sulle dita di quanti ne sono venuti a mancare ogni giorno e quante ancora saranno le vittime della malavita e del male in proiezione futura.
Sembra che non si possa fare altro.
Certo c’è da chiarire bene : non si può o non si vuole fare altro!
La differenza è sostanziale e porta a conclusioni molto diverse.
 Questione di vita o di morte.
Ma neanche la morte ci scuote più.
Neanche la violenza.
Neanche l’orrore umanitario.
Le organizzazioni umanitarie lo sanno da anni… quante le vittime fin’ora?
E quante e ne dovranno ancora essere fino a quando qualcuno si svegli e come in una visione notturna, si renda conto della strage vissuta sotto gli occhi del mondo e volutamente ignorata per anni?
Quanti anni ancora?
Quanti minori ancora?
Quanta violenza ancora?
Quanta sofferenza ancora?
Quante  statistiche ancora?
Ci saranno altre interviste… e ci saranno anche altre vittime…
E saremo ancora qui a contarle… sì … solo a contarle… come le pecorelle quando il sonno non viene… ma loro sono esseri umani che gridano tutto l’orrore della nostra indolenza, della nostra apatia, della nostra incapacità di andare oltre la commozione e di agire con determinatezza e legalità.
Ma è chiedere troppo, questo, al mondo d’oggi… sì… è chiedere troppo… all’uomo ultratecnolocizzato!
La carta ci sommerge… la notizia non manca…  ciò che manca è il fare che non sappiamo più fare… anzi… che non vogliamo più fare!

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