venerdì 20 settembre 2013



IL COMMENTO DELLA SETTIMANA

QUANDO LA VITA ... NON E' VITA

Oggi vi riporto un’e.mail che ho ricevuto da parte di un’amica che vuole condividere con voi la sua esperienza.

Un giorno – scrive la mia amica - ho chiesto a Kamran, che viene dall'Afghanistan, di raccontarmi un pò della sua vita nel suoPaese, su come avesse trascorso la sua infanzia, i suoi giochi da bambino, la sua esperienza scolastica…
La sua risposta… invece di chiudere le mie domande, ne ha aperte tante altre…

'' Io - ha risposto Kamran -non sono andato a scuola né ho mai giocato, non ho mai avuto un giocattolo; nel mio Paese c’è la guerra da anni e da bambino, io e mio fratello, facevamo i turni sul tetto per guardare il cielo; non certo per vedere la luna o contare le stelle, ma per scrutare se ci fossero aerei che venissero a bombardarci e contare i minuti tra il loro avvistamento e il tempo necessario per nasconderci nei rifugi.

Di giorno toccava a noi bambini, di notte a nostro padre, che non dormiva mai per vegliare su di noi ed assicurarci, se non quello di sognare, almeno il diritto di dormire, perché le bombe se non arrivavano dal cielo… arrivavano nei nostri incubi notturni a lacerarci come le case squarciate dai bombardamenti… giorno dopo giorno… senza tregua.

È questa l’unica realtà che ho vissuto ed è questa l’unica realtà che conosco.

È questo l’unico gioco che ho fatto: uno sguardo al cielo e una corsa per le scale… poi… il buio per ore! L’attesa. Il silenzio. La paura. Morire restando vivi!

Ho vissuto con la guerra e nella guerra… qualcuno mi hanno detto che esiste anche la pace… ma capisco che cosa sia vivere in un mondo di pace solo oggi… lontano… al di là di quel mare che bagna la mia terra!

La vita nel mio Paese è fatta solo di guerra… ed io mi porto dentro solo quella!

Non ho altri ricordi se non la guerra che continua a scoppiarti dentro anche quando … ne sei fuori… lontano…neanche il mare basta a separarti da lei… ti segue dovunque, perché ormai è parte di te, parte della tua vita e non puoi separarti dalla tua vita, da ciò che sei stato, da ciò che hai vissuto, si diventa ‘’nemici per la pelle, inseparabili’’: tu e la guerra!

Già… nemici per la pelle, perché quando in gioco c’è la guerra… la pelle o ce la rimetti oppure ti diventa una prigione a vita, dalla quale nessuna amnistia potrà mai salvarti o condonarti mai la pena! La guerra la porti negli occhi, negli orecchi, nei sogni, nel mondo dovunque tu vada’’.

Penso, allora, alle nostre case strapiene di giocattoli.

Penso ai nostri bambini coccolati e, spesso, superaccuditi!

Penso… ed ho paura di pensare… a case senza giocattoli e a bambini che non hanno mai giocato!

Penso … o forse no, non penso più… ora le lacrime dei suoi occhi…

sono diventate le mie, m'inondano il cuore e diventano... poesie...



ANCHE QUESTA È SCUOLA…



Un boato!

Tremano i banchi.

Non le mani che continuano a tracciare

segni neri su fogli bianchi.

Non si fermano a pensare.

Non volgono lo sguardo verso l’alto loro…

loro… che stanno tre metri sotto terra

sono i fortunati

hanno una scuola in cantina…

Altri,

molti loro amici,

sono già stati portati via da quella bomba

che ora tuona sulle loro teste!


S’ode un trillo… non è la campanella dell’intervallo

È la sirena che annuncia …

la pioggia… di bombe che sta per cadere!


Il banco trema ancora…

Ora non è più il solo…

l’edificio dondola come in un frenetico ballo…


Il banco ora è fermo… padrone è il silenzio

Anche le mani non scrivono più!


Nell’aria agitata e polverosa

un foglietto cerca dove posarsi

qualcuno aveva scritto VOGLIAMO LA PACE;

si ferma tra le mani fredde di un bambino

s’impregna di rosso…

qualcuno… lo chiama destino…

ma io no, definirlo così…proprio non posso!



SCOLASTICA-MENTE PARLANDO…
La scuola è il luogo della globalizzazione per eccellenza, perché, oggi più che mai, riunisce alunni provenienti da ogni parte del mondo, tutti intorno ad un tavolo per un unico obiettivo: crescere culturalmente ed affettivamente, imparare a pensare e imparare a vivere insieme da amici.

All’insegna di quella che viene oggi definita : la cultura dell’inclusione!

A dirla così… è una prospettiva fantastica… e se fosse davvero così … sarebbe megafantastico… ma la cultura dell’inclusione non è un punto di partenza, è un punto di arrivo, ciò significa che mentre il nostro sguardo è rivolto all’inclusione che sarà, l’impegno lavorativo deve essere rivolto al fare e al costruire quotidiano quella strada che conduca a tale nobile meta.

Se fosse così facile, come lo sono le parole, potremmo dire di aver già vinto la scommessa!

In realtà, negli edifici scolastici come nella maggior parte dei luoghi pubblici, le barriere emotive sono ancora troppo alte, ci si ferma ancor solo alle apparenze: ad un colore, ad una forma,  ad un vestito, ad un copricapo… tutti elementi esterni, che colpiscono i sensi e non il cuore e ciò rallenta e rende più difficile l’inclusione, cioè quell’azione che porta a mettere dentro qualcuno che viene da fuori e che molto spesso, purtroppo, è destinato a restare fuori.

Sì, perché per stare insieme bisogna imparare a pensare con il cuore prima ancora che con la mente, solo così si riuscirà a vedere l’altro che ti sta davanti come una persona simile a te; se la mente coglie immediatamente le differenze, il cuore coglie le somiglianze in un baleno, perché si riconosce nell’altro, come un’immagine allo specchio, non gli serve altro: guardare e riconoscersi ed  è già dentro; al cuore non servono né documenti né permessi di soggiorno, né sapere la nazionalità di provenienza né la lingua parlata: al cuore servono soltanto un sorriso e un abbraccio per cancellare ogni confine ed allargare il proprio spazio interiore e territoriale, perché l’altro possa avere il suo posto e il suo giusto spazio in quello che è lo spazio in cui io vivo.

Ma perché il cuore abbia la prevalenza sull’azione della mente, occorre educare lo sguardo interiore ad essere più rapido di quello dei sensi; occorre orientare il proprio essere verso ciò che unisce e non ciò che divide, è  un orientamento questo che va costruito, proprio come si costruiscono i saperi, perché l’amicizia la si costruisce solo passando attraverso la sapienza del cuore.

La sapienza della mente e la sapienza del cuore non sempre vanno di pari passo; la prima molto spesso diventa ostacolo per la seconda.

Esistono, tuttavia, esempi molto incoraggianti su questo argomento, molte scuole hanno già realizzato progetti di grande interesse  che meritano davvero una grande attenzione.

Il punto di arrivo è nobilissimo, la scuola del 2000 punta in alto, l’orientamento è quello giusto, i primi passi sono già stati fatti… i risultati sono eccellenti… ciò non toglie che c’è ancora molto da fare, ci sono ancora tanti schemi mentali che vanno cambiati… ma è già tanto sapere che l’impegno educativo va verso la logica dell’inclusione globale, verso la totale apertura a ciò che viene dall’esterno… ci si augura che un giorno tale apertura sia spontanea e non più guidata, che nasca, cioè, dalla spontaneità del cuore e non da un obbligo ministeriale sottoscritto su un pezzo di carta.


Sarà grande festa il giorno in cui l’uomo accetterà l’altro solo perché è un uomo simile a sé.


A conferma del fatto che molte scuole si stanno già muovendo sulla strada dell’inclusione di fatto e non solo teorizzata, vi propongo un video realizzato in una scuola di Palermo, c’è molto da imparare e molto su cui riflettere: quando parliamo di inclusione spesso pensiamo subito a coloro che vengono da altri Paesi, diversi da noi per cultura, mentalità, usanze e tradizioni, dimentichiamo che, purtroppo, le diversità sono già fra noi, fra noi che abitiamo nella casa accanto o che studiamo stando seduti nello stesso banco; si è diversi anche quando si è seduti su una sedia con o senza le rotelle.

La diversità ha molte facce, a volte ha la faccia del nostro stesso colore… eppure non sappiamo riconoscerci nel suo sguardo smarrito e bisognoso di una mano amica.


L’inclusione è un cerchio nel quale fare spazio per tutti.


Molte volte, però, tende più  a restringersi che ad allargarsi.


E come ogni cosa che riguarda l’uomo, dipende sempre e soltanto da noi se… restringere o allargare quel cerchio.


Buona visione e… buona inclusione a tutti …





SPAZIO AMICO X... GLI STUDENTI

Questa volta devo proprio chiedere scusa a tutti voi,

perché sono stata particolarmente distratta:

è imperdonabile quello che ho fatto!

È cominciato un nuovo anno scolastico ed io
ho dimenticato di fare gli auguri a tutti...
GLI STUDENTI!

che ci seguono su questo blog:

è grave, molto grave!

Devo rimediare immediatamente!

Un nuovo anno scolastico è una tappa importante,

è segno di crescita, di cambiamenti,

di maturità già raggiunta e altra… da raggiungere,

è un inizio che va festeggiato…

ed allora per farmi perdonare per prima cosa vi faccio i miei auguri:

BUON ANNO SCOLASTICO AD OGNI STUDENTE

CHE PROCEDA PER TUTTI MERAVIGLIOSAMENTE;

SE QUALCHE INTOPPO SI DOVESSE INCONTRARE…
NIENTE PAURA… UNA SOLUZIONE SI FA SUBITO A TROVARE;
E SE PROPRIO QUALCUNO SI DOVESSE STANCARE…
SU CON LA VITA…
TANTO… FRA NOVE MESI… SARA’ DI NUOVO FINITA!!!


SE QUALCUNO DOVESSE STAR MALE...
 ANCHE QUESTO È PIÙ CHE NORMALE!
SE POI D’ITALIANO L’INTERROGAZIONE
DOVESSE INFLUIRE SULLA DIGESTIONE…
ECCO PER VOI UN RIMEDIO IMMEDIATO
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IO MI AUGURO CHE STIATE TUTTI BENE
A SCUOLA È BELLO... PERCHÈ SI STA INSIEME!
AUGURI ai bambini, ai giovani a ai meno giovani
che sia un anno proficuo e fruttuoso per tutti!

1 commento:

  1. Caro Kamran.. perdonami se non sono riuscita a capirti.. spero un giorno che tu possa leggere questo commento e sorridere sapendo che sono io. Ti abbraccio forte. La tua vita ora è qui in Italia. Sii Felice

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