sabato 14 settembre 2013



SPAZIO AMICO x...GLI STUDENTI
   Questa volta devo proprio chiedere scusa a tutti voi,
perché sono stata particolarmente distratta:
è imperdonabile quello che ho fatto!
È cominciato un nuovo anno scolastico  ed io
 
ho dimenticato di fare gli auguri a tutti...
 
GLI STUDENTI!
 
che ci seguono su questo blog:
è grave, molto grave!
Devo rimediare immediatamente!
Un nuovo anno scolastico è una tappa importante,
è segno di crescita, di cambiamenti,
di maturità già raggiunta e altra… da raggiungere,
è un inizio che va festeggiato…
ed allora per farmi perdonare per prima cosa vi faccio i miei auguri:
 
 BUON ANNO SCOLASTICO  AD OGNI STUDENTE
 
CHE PROCEDA PER TUTTI MERAVIGLIOSAMENTE;
SE QUALCHE INTOPPO SI DOVESSE INCONTRARE…
NIENTE PAURA… UNA SOLUZIONE SI FA SUBITO A TROVARE;
 
E SE PROPRIO QUALCUNO SI DOVESSE STANCARE…
SU CON LA VITA…
TANTO… FRA NOVE MESI… SARA’ DI NUOVO FINITA!!!
 
AUGURI  ai bambini, ai giovani a ai meno giovani
 che sia un anno proficuo e fruttuoso per tutti!
 
LIFE MESSAGES
 
Non cercare di diventare un uomo di successo,
ma piuttosto un uomo di valore
(A. Einstein)



IL COMMENTO DELLA SETTIMANA
PROFUGHI COMUNQUE… MA CERCATORI DI VITA… SEMPRE!
 
Venerdì scorso, fra le altre notizie del telegiornale, c’è stato l’ennesimo calcolo di profughi sbarcati sulle coste siciliane e calabresi: un barcone con sole donne e bambini, un altro con soli uomini.
L’ennesima violenza alla dignità delle persone: in fuga, senza appoggi, senza un volto amico, senza una mano familiare che ti stringa  nel momento in cui la paura diventa profonda più del mare!
Pensando a loro, facevo due riflessioni.
La prima mi riportava indietro nel tempo: mi sembrava una seconda shoah; pensavo  ai campi di concentramento dove venivano separati i nuclei familiari: donne e bambini da una parte, uomini dall’altra!
Alla sofferenza fisica per le condizioni disumane in cui venivano tenuti prigionieri e ai maltrattamenti morali, si aggiungeva l’assenza dei propri cari: figli, mogli, mariti, madri, padri… di una persona amica la cui sola presenza poteva portare un respiro di sole nelle tenebre che alimentavano la cattiveria umana.
Soli.  Bambini soli. Donne sole. Uomini soli. La solitudine è violenza che uccide!
Uomini e donne che…
Ecco la seconda riflessione: uomini e donne che…  questo CHE lo lascio sospeso perché mi dice qualcosa d’importante, di molto importante…
Negli ultimi sbarchi, come, d’altronde, in tutti quelli che si sono ciclicamente succeduti in questi ultimi anni,  ci sono uomini e donne che fuggono dalla guerra, dagli eccidi, dalle rivoluzioni, dalle dittature, dai soprusi, dagli abusi… dalle violenze dell’uomo sull’uomo… di conseguenza quando pensiamo a loro immediatamente pensiamo a tutto quello da cui scappano, pensiamo alle cose peggiori… e ci dimentichiamo di una cosa, importante, molto importante, anzi… fondamentale… per comprendere fino in fondo il loro dramma, ma anche il loro ‘’canto alla vita’’.
Sì, proprio canto alla vita, non mi sono sbagliata a scrivere… ho scritto proprio CANTO ALLA VITA!
Guardando quelle immagini... io sentivo il loro canto alla vita!
Ma come si conciliano gli argomenti sopra esposti con il canto alla vita?
Nel vedere quei campi di accoglienza stracolmi di profughi non ho pensato a ciò che hanno lasciato, ma a ciò che stanno cercando: da cosa fuggono? Perché fuggono?
Fuggono dalla morte... perché cercano la vita! SONO... CERCATORI DI VITA!
Desiderano la vita più di ogni altra cosa! Loro vogliono vivere. Hanno deciso di vivere…  pur in mezzo alle atrocità belliche… la VITA continua a rivendicare il suo diritto di vivere!
 Sono campi strapieni di vita.
Se non desiderassero vivere più di ogni altra cosa non avrebbero affrontato l’ignoto, la fame, la sete, la morte stessa sui barconi che non poche volte affondano  e si ribaltano.
Quale forza può spingere tanta gente a mettersi in viaggio, a rischiare la propria esistenza per giungere su rive sconosciute, ignote, chissà… forse anche ostili?
Quale forza… se non la FORZA DELLA VITA!?
Tutta questa gente ha una straordinaria  voglia di vivere. Sono un’esplosione di vita!
La guerra non ha ucciso la vita in loro, ma ha fatto loro capire che la vita è un bene unico, grande, tanto grande che vale la pena rischiarla in una traversata così pericolosa.
In quei campi di accoglienza ho visto la vittoria della vita!
Non sono stati loro ad aver scelto la guerra, ma la guerra ha scelto loro e loro non sono disposti a rinunciare alla vita per qualcosa che non hanno scelto!
Guardare a loro significa guardare alla speranza della vita, alla forza della vita.
Sono uomini e donne che… Amano La Vita! E chi ama la vita… la canta!
Questi sbarchi, dunque, altro non sono se non ‘’canto alla vita’’!
La loro fuga ci parla della vita che esplode dentro di loro e li mette in cammino, sono  vita in ricerca di vita, vita che chiede di poter vivere, vita… che non si arrende alla morte!
Il loro Paese è sotto l’ombra della morte …  loro sfidano la morte convinti che la vita vinca sempre… e vincono davvero…  sono spaventati, traumatizzati… ma vivi e chiedono aiuto per poter continuare a vivere.
Pensavo, guardando i loro volti smarriti, alle nostre vite, al nostro mondo, alla  nostra realtà occidentale.
Loro vengono da una realtà di guerra e la cosa che più desiderano è la vita, poter vivere, come bene essenziale, primario,  irrinunciabile!
Loro la guerra la subiscono e fuggono per cercare la vita altrove.
Noi viviamo in una realtà di pace e  la cosa che più desideriamo, a volte,  è la morte, quasi panacea di tutti i mali, lenzuolo che copre  le nostre crisi interiori, il nostro male di vivere o meglio la nostra fatica di vivere.
Le nostre strade , spesso, sono più piene di morte… che di vita!
 Agli angoli delle strade, sui marciapiedi, negli stadi, nei luoghi domestici… ha più vita la morte… che la vita stessa!
Se loro subiscono la guerra, noi subiamo la vita, quasi come un obbligo, un dovere che non sempre ci va di compiere!
Come cambia la prospettiva e il senso della vita a secondo da quale angolatura la leggiamo.
Penso a tutte quelle situazioni critiche che, chi più chi meno, ci troviamo a vivere un po’ tutti: conflitti domestici, tensioni sul lavoro, ingiustizie, tradimenti, disagi , tormenti , crisi esistenziali … piccole grandi difficoltà che ci scatenano la guerra dentro… piccoli grandi problemi che ci fanno cadere il mondo addosso e ci spingono verso il desiderio della morte, ci rallentano il ritmo della vita, ce la fanno addirittura odiare, ci sentiamo maltrattati dalla vita stessa, emarginati, vittime della vita e quasi la morte diventa la soluzione … anzi l’unica soluzione per fuggire da questa vita che a volte… ci va troppo stretta!
Come cambiano le cose: chi vive la guerra cerca la vita; chi vive la pace… fugge dalla vita!
Sembra paradossale … ma è reale!
Dall’altra parte del mare, centinaia di giovani partono per una nuova speranza di vita ed altrettanti giovani , da questa parte del mare, partono per una vita senza ritorno!
I primi cantano alla vita, i secondi si riempiono di morte!
Direi quasi che sono proprio i profughi che ci insegnano a vivere: loro conoscono il valore della vita e  sperano in un futuro migliore, fuggono  in virtù di questa speranza; noi invece, gente di pace, abbiamo  smesso di sperare sia nella vita che in un futuro migliore!
Siamo profughi . SIAMO TUTTI PROFUGHI!
PROFUGHI  COMUNQUE…. IN FUGA DA QUALCOSA:  chi fugge dalla guerra che infuria fuori di sé; chi fugge dalla guerra che  combatte dentro di sè!
In Medio Oriente… è il mondo che fa guerra alla vita… in Occidente è la vita che fa guerra al mondo!
È come se, in un modo o nell’altro, l’uomo non possa proprio fare a meno della guerra!
Sembra quasi che si avversi più la pace che la guerra!
Eppure è proprio la pace il nostro anelito più grande, il nostro bisogno più necessario.
Ma la pace comincia con una decisione!
Una decisione che continuiamo a rimandare giorno dopo giorno!
Per vivere… bisogna decidere di vivere!
I profughi siriani hanno deciso… hanno scelto la vita ed hanno scelto la pace… e noi, profughi occidentali, sempre alla deriva di noi stessi!?
Quanta vita siamo? Quanta vita … ancora desideriamo?

Quanta vita… ancora cantiamo?

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