PAGINE DI STORIA
UN PASSATO… ANCORA TROPPO PRESENTE!
Sono oltre 100 milioni nel mondo le donne, adulte e bambine, che una mano armato di coltello ha fatto loro violenza nel loro ‘’essere donne’’.
Un trauma indelebile e un atto irreversibile, perpetrato sui loro corpi tra i 4 e 14 anni, in alcune zone del mondo addirittura appena nate.
La chiamano in vari modi: infibulazione, escissione, cucitura… inutile distinguere: è barbarie… è violenza.
E nel nostro Paese un reato.
Eppure a quei 100 milioni di donne ferite si aggiungono secondo l’OMS, altri 3 milioni a rischio ogni anno, perché la pratica non solo sopravvive in 29 Paesi di Africa e Asia, ma si sta diffondendo a casa nostra, tra le nostre case.
Il quadro che emerge in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni femminili (Mgf) è terrificante: 500mila le piccole vittime che vivono in Europa. Ben 39mila di loro in Italia. Arrivano già mutilate, oppure vengono tagliate clandestinamente qui, a volte da uomini e donne della loro etnia, stregoni dalle mani insanguinate, a volte addirittura dai loro medici. Sempre per volontà del padre. In Inghilterra una 24enne di origini somale, già cucita a 6° anno nel suo Paese, dopo il parto è stata ricucita su insistenza del marito.
Il medico che lo ha fatto è sotto processo…
L’Unione Europea esige tolleranza zero, associazioni ed agenzie internazionali chiedono mobilitazione planetaria, Amref propone alternative già provate sul campo: ‘’Dove l’uso è più radicato occorre introdurre riti di passaggio alternativi, che permettano il rispetto formale delle tradizioni ma senza violenza – spiega Tommy Simmson, fondatore della sezione italiana – in Kenia e Tanzania ciò ha salvato 4mila ragazze in poco tempo, ma anche incrementato la scolarizzazione delle bambine’’.
‘’La Legge italiana è chiara – ricorda il ministro della Salute, Lorenzin – abbiamo lottato per i diritti umani e non possiamo accettare che sul nostro territorio avvengano azioni barbariche. Queste pratiche stanno riemergendo anche fuori dalle zone endemiche e non possiamo permettere un passo indietro così forte per l’emancipazione femminile.’’
Più della metà della popolazione mondiale è donna, ma resta la realtà più oppressa e calpestata…’’.
Ma questo è solo la punta dell’ iceberg: nel nostro Paese ci sono poligamie, donne segregate, bambine a cui è negato
lo sport e l’istruzione.
Lo ricorda la Lorenzin: ’’Ogni bambino che nasce qui da noi ha gli stessi diritti di un bambino italiano’’.
E in Italia il diritto si intreccia con il Diritto: ‘’La legge 7/2006 ha introdotto una specifica fattispecie criminosa per tali pratiche - dice Francesca Passerini,
avvocato da sempre sul campo -
Reclusione da 4 a 12 anni a chi le pratica’’.
Tolleranza zero, dunque, e sempre,
non solo nella Giornata Mondiale.
( di L. Bellaspiga – da Avvenire 7 febbraio 20015)
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"Per certi viaggi non si parte mai quando si parte. Si parte prima." Fulvio Ervas – Se ti abbraccio non avere paura
sabato 28 marzo 2015
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