MURI
C’è una fuga
che sorprende il mondo,
addormentato,
sonnolento,
nel caldo mattino di un’estate
torrida
spietata
sanguinolenta;
c’è una fuga
passo dopo passo
terra dopo terra
sogno dopo sogno,
nel caldo pomeriggio di un’estate
che resta distante
scostante
affannatamente ristagnante,
tra un dire sempre in attesa
e un non fare che si schiera a difesa;
c’è una fuga
nei cuori disperati
affamati di libertà
straziati di persecuzioni
distrutti nelle speranze,
che muore
nell’impatto violento
con un mondo che dorme la sua pace;
c’è una fuga
giorno dopo giorno
nelle voci
nelle mani
nelle corse contro il tempo,
nei meriggi soffocati
da disumani rifiuti;
c’è una fuga
nell’ansia di un popolo
che vuol dimenticare le violenze subìte;
ma nel suo andare incontro alla libertà,
respinto è ad oltranza
da quel vento razzista
generato dall’umana fragilità;
son sguardi nemici
che parlano di arcaiche solitudini,
son mani alzate
incrociate su sbagliate abitudini,
che feriscono il disegno divino
di avere un’Umanità a colori;
c’è una fuga
da un mondo irresponsabile
che combatte la guerra del terrore
e c’è un altro mondo
che chiude il suo pugno
contro il dolore
il bisogno
di un bambino che tace
la sua innocenza violentata;
c’è una fuga
nell’Europa turbata
nella sua misera vanità;
preme un urlo
contro i suoi muri,
s’alzano pianti
contro le sue barriere,
si raccontano iniquità
contro quelle frontiere…
si chiede giustizia
si desidera amicizia
si sogna un’alleanza
che acquieti i tormenti…
ma resta la fuga
da un mondo corrotto
che fa ponti di parole
e innalza muri contro il cielo
a sbarrare la via
come quel muro iniquo
in terra d’Ungheria!
C’è una fuga
dell’uomo dall’uomo;
c’è una fuga
insopportabile silenzio,
irrespirabile tormento,
che morde un cuore
in fuga da questa vita
nella sua umanità
vigliaccamente tradita!
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