08 GIUGNO
2015
Il bambino
ivoriano di 8 anni, trovato dentro una valigia a Ceuta, torna dalla
madre.
Ride il piccolo Adou Ouattara, ride di gusto
mentre con la mano stringe quella di sua madre presso il centro per minori di
Ceuta, dove era custodito da quando tentò di entrare illegalmente nell'enclave
spagnola di Ceuta. Otto anni e ha già alle spalle una storia incredibile da
poter raccontare: un viaggio dall'Africa verso l'Europa, terminato il 7 maggio
davanti agli scanner della dogana di Ceuta, l'enclave spagnola dove i migranti
provano a entrare illegalmente dal Marocco. Nel tentativo di varcare la
frontiera dentro una valigia, Adou ha rischiato la vita. Complice una giovane
marocchina di 19 anni, finita in manette, che sarebbe stata incaricata dal
padre del piccolo. Quando il trolley è passato sotto il metal detector, gli
addetti al controllo bagagli si sono accorti subito della sua presenza. Il
minorenne, come dimostrano le immagini, era rannicchiato in posizione fetale.
Si pensava ad un traffico di minori, invece era solo disperazione!
( da www.rainews.it)
31 AGOSTO
2015
IMMIGRATO TROVATO NEL MOTORE DI UN'AUTO
IMMIGRATO TROVATO NEL MOTORE DI UN'AUTO
''Un
immigrato ha cercato di varcare la frontiera di Ceuta nascosto nel vano motore
di un'auto. Con lui viaggiava anche un altro connazionale, nascosto nella parte
posteriore del mezzo. Nelle settimane scorse ci sono stati altri casi simili di
persone che hanno tentato di entrare nell'enclave spagnola, situata nel
territorio del Marocco. Alcune storie sono finite in tragedia. Un marocchino è
rimasto soffocato all'interno di un portabagagli, mentre altri tre ragazzi sono
finiti all'ospedale, in gravi condizioni, dopo essere rimasti intossicati dal
gas di scarico del mezzo sul quale viaggiavano. Andò meglio al bambino di 8
anni scoperto, diversi mesi fa, dentro un trolley a Ceuta, che dopo tante
peripezie poté riabbracciare i suoi genitori.''
( da www.rainews.it)

Qualcuno continua a definirli ‘’i
viaggi della speranza’’, eppure continuano a respingerli, a innalzare muri e a sbarrare
frontiere con filo spinato.
Il paradosso umano non ha fine.
Li definiscono ‘’viaggi della
speranza’’ ma quello che leggiamo sono ‘’storie di disperazione’’, eppure
continuano a fare politica demagogica, a prevedere incontri e riunioni e allo
stesso tempo a disperdere gli immigrati con i lacrimogeni come delinquenti
comuni, come teppisti o tifosi violenti… e sono solo famiglie disperate, bambini
orfani, ragazze che fuggono da violenze e stupri, giovani che fuggono da
dittature di tagliagole spiegati.
Li definiscono ‘’viaggi della
speranza’’ e chiudono stazioni e
sbarrano strade a chi chiede solo di poter salvare la propria vita.
I paradossi europei non sono
facilmente spiegabili… come non sono neanche spiegabili le centinaia di morti a
causa dei nostri rifiuti e delle nostre incapacità di gestire uno spostamento
epocale, continuando a considerarlo semplice immigrazione.
In realtà sono intere popolazioni
in fuga dalla morte, ciò vuol dire che il problema e di più ampie dimensioni e richiede
ben altre soluzioni.
L’aver sottovalutato o sminuito il
problema ha fatto sì che sfugga dalle mani; adesso ci si trova davanti a masse
incontrollabili di ‘’disperati’’ che dopo essere sfuggiti alla morte più volte,
non sono disposti a fermarsi davanti ai divieti europei che impediscono loro di
raggiungere la meta desiderata: fame, guerra, terrorismo, mafia, deserto,
guerriglie, maltrattamenti, percosse, traversate di fortuna, centri di
accoglienza come lager… dopo tutto questo ci mancavano ancora il filo spinato e
i muri fatti costruire apposta per rimandarli indietro? O i bombardamenti sui
gommoni così da impedire loro di partire!
Ma qualcuno si rende conto che si
tratta di esseri umani che chiedono aiuto?
Che fine hanno fatto i trattati e
le convenzioni per i diritti umani?
Quali altri diritti umani sono più
importanti di chi chiede di poter salvare la propria vita e quella della
propria famiglia?
Dove sono le organizzazioni
umanitarie… dalle belle parole?
Dov’è l’Onu, che convoca una
riunione urgente dopo anni di emergenze e, in momenti di emergenza drammatica
come questo, lascia ancora passare altri mesi… come a dire… lasciamo che ne
muoiano altri e poi ci penseremo?
La colpa è della Merkel?
Dell’Ungheria?
Dell’Europa?
Dell’Italia?
No, di nessuno di loro… la colpa
non è di nessuno di loro, perché anche i muri, le barriere con filo spinato, le
stazioni chiuse, i documenti negati, la
fame… tutto può essere affrontato e forse risolto… tutto tranne la mancata
volontà di intervenire a favore di popolazioni che chiedono aiuto!
Ci fa rabbrividire la foto di quell’immigrato
chiuso nel motore dell’auto, intanto non c’è più spazio nei cimiteri per seppellire
i corpi di coloro che muoiono in mare!
Ci scandalizziamo di fronte al
singolo caso e ne lasciamo morire a centinaia!
C’è una sola parola per definire
tutto questo: è vergognoso!
È vergognoso che tutto questo
accada in tempi di pace, di civiltà e di presunto progresso.
Il sogno africano è la grande
Europa…
Sì, c’è la grande Europa, ma non
c’è l’Europa dal cuore grande.
Sì, c’è il sogno europeo… ma l’Europa
continua a dormire senza sognare!
C’è un disperato bisogno di aiuto
umanitario… ma l’Europa deve ancora scoprire la sua umanità!
Si scrivono i diritti sulla carta,
poi ci si dimentica che ad ogni diritto corrisponde un dovere: il diritto alla
vita dell’uno, richiede che qualcun altro faccia il suo dovere affinchè tale
diritto venga rispettato.
Ecco…la falla è qui, è qui che
facciamo acqua, che imbarchiamo acqua da tutte le parti ed anneghiamo noi
europei: siamo bravi ad individuare i diritti, un po’ meno bravi a compiere i
doveri!


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