sabato 7 dicembre 2013

E' COSA BUONA E... BELLA!
Le parole di Francesco  risuonano ancora nelle nostre orecchie e fanno battere il cuore, dirompenti come tutti i pensieri forti: ‘’I conventi non sono nostri, non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare solidi, ma sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati’’.

Lo ha detto il papa alcune settimane fa in un luogo che ai rifugiati dà ricovero e speranza, il Centro Astalli della Compagnia di Gesù.

’Facciamo tanto – ha aggiunto girando lo sguardo fra i tanti poveri accorsi come ogni giorno per ricevere un pasto – forse siamo chiamati a fare di più’’.

Un appella alla Chiesa, ai cristiani tutti, alle persone di buona volontà, anche ai credenti di altre religioni e ai non credenti…ha invitato tutti a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi.

‘’ In questo tempo così difficile, le parole del papa ci spingono a non restare indifferenti,  a non aver paura di sporcarci le mani – commenta padre Luigi Gaetani, presidente della CISM – ci ha ricordato che il vedere non è sono l’osservare con gli occhi, ma il coinvolgere tutta la persona: il papa ascolta, tocca l’interlocutore, mette in moto un coinvolgimento empatico. Ciò che vuole da tutti noi non è solo un guardare per emozionarci, come la cultura di questo tempo ci sta abituando a fare, ma il sentire quella carne come nostra. Le storie dei rifugiati sono le nostre, di conseguenza non rappresentano una minaccia, ma una ricchezza da accogliere. Lui, il papa, abbraccia il povero e lo chiama maestro. Ha indicato degli obiettivi chiari: servire, accogliere, accompagnare, difendere.

Sono le grandi chiavi di lettura della realtà.

‘’Servire’’ significa relazioni umane, entrare nella carne, nella vita, nel respiro dell’altro, usando empaticamente tutti i sensi, gli occhi, le orecchie, ma poi anche questo non basta… ed ecco il senso della seconda parola ’’accompagnare’’ che vuol dire accogliere una domanda di giustizia e di speranza, metterci nelle stesse condizioni dell’altro.

‘’Dobbiamo, cioè, far sì che nessuno abbia più bisogno di una mensa’’ – afferma il papa.

Infine c’è il ‘’difendere’’, il metterci dalla parte di chi è più debole.

L’intervento di Francesco ci interpella tutti… chiede che la vita tutta e quella religiosa in particolare non si ripieghi su se stessa, perché in un momento di crisi il rischio c’è, il rischio di avere paura e cercare sicurezze, ricollocare i propri immobili e fare cassa, seguire una lettura soltanto umana e non evangelica del potere. Invece il papa ci ha ricordato che questo è il tempo della tenerezza, del limite che non è sconfitta, ma capacità di avere misura di sé.

E la misura dell’ Amore – lo sappiamo – è quella di non aver misura… sono tante le persone che quotidianamente bussano alle porte dei conventi, della Caritas, alle mense per i poveri, ai centri di accoglienza per immigrati… tutti grandi segni di solidarietà… ma neanche questi bastano… il papa ci richiama a fare di più: dare un pasto non basta, occorre anche dare amicizia, affetto, stabilire un rapporto di umanità, che poi è il servizio più bello e certamente non meno utile del pasto quotidiano. Tanti volti, tante storie… tanti operano nel silenzio, nascosti con Cristo in Dio… un seme nel solco è invisibile, eppure diventa vita.

Il papa ha chiamato i poveri ‘’maestri’’, perché la verità del nostro incontro con i poveri dice la verità del nostro incontro con Cristo, non si può andare incontro a Dio dimenticando i poveri, i rifugiati, gli immigrati, gli sfollati… quegli ultimi – secondo la classifica umana – che saranno i primi – secondo la classifica di Dio!’’

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Un seme è piccola cosa e a causa della sua piccolezza tutti dimenticano che sia anche portatore di qualcosa di immenso che è la Vita stessa.

Senza quel piccolissimo seme la Vita non ha più vita, muore!

Molte volte, anzi come sempre, siamo tentati a dare il valore alle cose per la loro grandezza o appariscenza, guardando a quell’apparenza che colpisce subito i nostri sensi… non sappiamo volgere lo sguardo e l’attenzione alla sostanza, al contenuto, alla bellezza vera delle cose che non dipende dalla sua maggiore o minore grandezza… ma dal buono che si porta dentro!

Noi guardiamo il bello non più il buono… sembra che il buono sia scomparso pericolosamente dal nostro orizzonte di vita!

Questo sguardo totalmente estetico che ci ritroviamo ci allontana dalla vera bellezza che sta nella bontà delle cose!

Ciò che è bello non sempre è buono… ma ciò che è buono è sempre bello!

Quando Dio creò il mondo disse che era cosa ‘’buona’’ poi creò l’uomo e disse che era cosa ‘’molto buona’’, non disse che era molto BELLA… ma molto BUONA … in questo scambio di aggettivi c’è uno scambio di prospettive, di modi di guardare e naturalmente delle conseguenze del nostro guardare, di ciò che riusciamo a cogliere: se guardiamo il bello, saremo portato a dividere l’umanità in belli e brutti, bianchi e neri, primi e ultimi… ma questo è lo sguardo umano… limitato, limitatissimo… sbagliato… sbagliatissimo; se invece guardiamo e cerchiamo il buono… ecco che tutto diventa cosa buona…  e quindi anche bella… perché è lo sguardo di Dio, che di bellezza certo se ne intende!

La Bellezza soggiace alla Bontà, le è sottomessa perché senza la Bontà… la bellezza non ha valore assoluto, diventa solo apparenza, Estetica, capace di soddisfare i sensi e non il Cuore, di conseguenza solo una parte dei bisogni umani, non l’uomo nella sua interezza.

Dico questo perché molte volte le cose piccole passano inosservate, magari mal giudicate, considerate inutili, forse anche sbagliate… perché valutiamo sempre tenendo lo sguardo sulle cose grandi e apparenti… la CASA FAMIGLIA DELLO SCOIATTOLO, per esempio, è una piccola cosa, un piccolo tentativo di concretizzare la solidarietà, un esempio quasi microscopico di quella Carità operosa che tanto sta a cuore al papa… un seme invisibile al grande mondo… per la sua semplicità e il suo silenzio, non ha un grande nome, non ha grandi fondatori, non ha grandi locali, non ha grandi sogni, non ha grandi mezzi… la sua struttura non ha grandi dimensioni… non ha niente di grande se non una… una cosa sola, l’unica che serve davvero grande: l’AMORE nella sua più ampia e bella accezione!

E l’amore che la rende COSA BUONA prima ancora che COSA BELLA, la rende necessaria, utile, indispensabile, forse invisibile al mondo… ma sicuramente non sfugge allo sguardo attento di Dio che sa molto bene, per averci dato l’esempio per primo, che le COSE devono essere soprattutto BUONE per poter essere stupendamente BELLE!!!

E se c’è un argomento sul quale siamo tutti d’accordo che è COSA BUONA E BELLA quello è il Volto e il Cuore dell’Immacolata che oggi festeggiamo… colgo l’occasione per fare gli auguri a tutte coloro che portano il nome di Immacolata e di Concetta … che la bellezza di questi nomi faccia eco alla bontà del cuore di coloro che li portano! Auguri a tutte!

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