mercoledì 7 maggio 2014


La disumana umanità del nostro tempo!

‘’Nel 2014 ci si sta avvicinando ormai a quota 30mila arrivi. La cronaca è ormai un bollettino quotidiano di centinaia e centinaia di stranieri soccorsi dalle navi della missione Mare Nostrum su imbarcazioni sempre più fatiscenti. Oggi è arrivata ad Augusta una nave della Marina Militare con 1.170 migranti (oltre 200 minori non accompagnati), mentre un'altra con 358 a bordo (tra cui due donne incinte) è stata fatta attraccare al porto di Palermo, dato che i centri di accoglienza di Pozzallo sono pieni.’’
(da un articolo giornalistico del 2 Maggio 2014)
Questa è la situazione odierna, una realtà che si cerca di affrontare come meglio si può, chiedendo l’aiuto di tutte le forze in campo. Questa è l’emergenza umanitaria di cui qualcuno cerca di farsi carico e, pur tra mille difficoltà di ogni genere, cerca di salvare una vita umana, perché prima di tutto si tratta di questo: mettere in salvo un essere umano.
Ma, come dice qualcuno, in un forum sul web ‘’l’uomo comune non ragiona’’, non ragiona perché è abituato a non ragionare oppure a ragionare sempre e soltanto in modo egocentrico o con l’unico riferimento al discorso economico.
Mi ha fatto molto male leggere alcuni commenti sull’argomento ‘’immigrazione’’ che, non senza difficoltà e sofferenza, riporto qui di seguito, non certo per esaltarli o dare loro altro spazio di visibilità, ma perchè, pur nella loro crudele disumanità, possono aiutarci a riflettere su questo così delicato e doloroso problema che è  quello dell’immigrazione ovvero la fuga di intere popolazioni da luoghi di morte.
Questa che segue è solo una piccolissima parte di una discussione trovata sul web e fatta da interlocutori diversi per età e per occupazione, adeguatamente ripulita nei termini e nei toni di estrema volgarità…

 - è proprio brutto vedere come cambiano i tempi, 20 anni fa si diceva che sarebbe stato disumano affondare un gommone immigrato che arrivava dall'Albania o dall'Africa, oggi credo che il 90% degli Italiani lo affonderebbe con le proprie mani
- Non costerà di meno lanciare 4 bombe sulle imbarcazioni?
- Non voglio dire di affondare i barconi come sostiene qualcuno in questi commenti, ma ci vuole tanto a mandare la flotta a bloccarli al limite delle acque libiche per rispedirli SUBITO indietro ???
-       Ma che sparate ...centri accoglienza cercano soluzioni??????????? ce n’è una sola, riportarli a casa loro, gli date da mangiare e via si riparte… basta........... (New York University)
- Felice che la marina faccia il suo dovere di guardiano e salvatore nei nostri mari. Chi si lamenta dovrebbe prima capire i motivi di questi flussi migratori. Non li volete sulle nostre coste? Perfetto. Allora andate nel loro paese e mettete fine ai loro problemi.
- Gli Africani si riproducono velocemente  e in poche generazioni ci saranno milioni di africani clandestini in Italia.

Leggendo queste ‘’opinioni’’ mi veniva da pensare alla storia di Mosè, che qui, per chi non la conoscesse, riporto brevemente: Nato da Yochebed e Amram, il piccolo Mosè venne nascosto in un cesto dalla madre a solo tre mesi di vita, e deposto sulle rive del Nilo per essere salvato dalla persecuzione voluta da Faraone . Infatti il Faraone aveva detto al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di  noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Impose quindi agli Ebrei i lavori forzati per opprimerli. Ma il popolo ebreo continuava a aumentare così il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei di uccidere i figli maschi degli Ebrei, ma le levatrici non lo fecero. Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia»  . Dalle acque del Nilo, Mosè fu raccolto dalla figlia del sovrano che, commossa dal pianto del bambino, decise di adottarlo come suo figlio, affidandolo, su invito di Miriam, sorella del neonato, alla madre naturale affinché lo nutrisse
Come si può notare, la storia non è cambiata affatto: parliamo di Millenni di anni fa, eppure il modo di ragionare è identico, tragicamente identico, perdutamente identico, crudelmente identico: dov’è il nostro presunto progresso???
Il faraone temendo l’invasione di un popolo pacifico decise di sterminarlo: noi, a quanto pare, non siamo da meno!
Che cosa fece la mamma di Mosè? Mise il proprio figlio in una cesta e lo affidò alla corrente del fiume, nella speranza di garantirgli una qualche possibilità di salvezza, confidando nell’aiuto divino.
Che cosa hanno fatto quelle 200 e più mamme che hanno affidato i loro figli ‘’minori’’ alle acque del Mediterraneo, nella speranza che qualcuno li salvasse?
Li hanno messi su dei barconi, non più resistenti e sicuri di una cesta di vimini, per salvarli dalla persecuzione ed hanno confidato nell’aiuto e nell’umanità di altri popoli.
La differenza dove sta?
 Non ne vedo molte, tranne una sola: la figlia del faraone sapeva che Mosè era ebreo, sapeva che tenendolo con sé sarebbe andato contro la volontà e gli ordini del padre, ma l’ha tenuto ugualmente, amandolo come se fosse il suo vero figlio; noi, invece, come ci comportiamo?
Vorremmo affondare i figli di coloro che subiscono persecuzioni e abusi ogni giorno!
Non credo che questo ci faccia molto onore!
Ci sono, per fortuna, anche tanti buoni esempi, tanta gente si è prodigata, personalmente, per accogliere e dare soccorso a molti di loro, ma tanti, purtroppo, non riescono ad andare oltre il proprio recinto, chiusi nelle loro personali paure e nei loro discorsi-non ragionati e così regrediscono di millenni di storia!
Per  dare risposta a chi, molto convintamente, propone di rispedirli al mittente ed a chi propone di conoscere le motivazioni delle loro ‘’fughe’’, vi riporto un articolo apparso sul giornale ‘’Avvenire’’ del 1° maggio scorso; mentre in Italia si cantava e si cercava di festeggiare un lavoro che non c’è, in Siria accadeva ben altro…

Raid su una scuola ad Aleppo, mentre i bambini stavano tenendo
una mostra dei loro disegni : 18 le vittime.
‘’Ancora morte e distruzione in Siria. E, ancora una volta, la guerra non risparmia i bambini. Un raid  aereo ha centrato, ieri, una scuola ad Aleppo e ucciso 18 civili, tra i quali almeno dieci sono bambini di età compresa fra i 12 ei 13 anni. Ad affermarlo è l’Osservatorio siriano dei diritti umani, almeno un insegnante è rimasto ucciso nell’edificio, dove i bambini, secondo quanto ha affermato l’attivista Mohammed al Khatieb, stavano ‘’tenendo una mostra dei loro disegni’’. La scuola si trovava nel quartiere di Ansari, prima della guerra affollato centro commerciale. Le roccaforti ribelli nella seconda città della Siria sono, da metà dicembre scorso, nel mirino di massicci bombardamenti aerei messi in atto dal regime siriano, che nei giorni scorsi si era guadagnato le critiche delle organizzazioni dei diritti umani internazionale per il lancio di barili bomba su insediamenti civili.
Due giorni  fa un’autobomba jihadista aveva fatto circa cento morti a Homs. L’attacco, attribuito ai miliziani di al Nusra, è avvenuto nel pieno di un’offensiva  del regime per recuperare il pieno controllo della provincia.
Secondo il quotidiano inglese ‘’ Daily Telegraph’’, non si sarebbe fermato l’uso di armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad , che nelle ultime settimane avrebbe lanciato nuovi letali attacchi contro la popolazione civile, colpendo anche bambini.
Dopo il gas sarin, sarebbero stati usati anche il cloro e l’ammoniaca.’’

Le riflessioni e i commenti li lascio a chi legge, per quanto mi riguarda vorrei solo rivolgere qualche domanda agli illustri signori (alcuni di loro, infatti, appartengono a prestigiose Università, italiane e non) del dialogo soprariportato: chi di voi sarebbe disposto a scambiare la proprio vita con quella dei profughi? Chi di voi sarebbe disposto a vivere nei luoghi da cui gli immigrati fuggono?
Chi di voi vivrebbe spensierato sapendo che il proprio figlio potrebbe non tornare da scuola per un raid aereo o per un’incursione improvvisa di ribelli o di militari? Chi di voi, sapendo di non avere speranze di vita nel proprio paese, non desidererebbe o non cercherebbe di trovare un luogo più sicuro, pur con tutta la nostalgìa per la propria patria?
Chi di voi sarebbe così coraggioso da vivere sotto le bombe?
Chi, pur di dare una speranza di vita al proprio figlio, non farebbe ciò che aveva fatto la madre di Mosè o le madri dei bambini siriani che hanno raggiunto le nostre coste in questi giorni?
Non è passato molto tempo da quando, in Puglia, davanti ad un Liceo è scoppiato un ordigno che ha ucciso una studentessa quindicenne. È nel ricordo di tutti quel dramma e l’angoscia dei genitori degli altri studenti nel non potersi più fidare neanche di un luogo pubblico come la scuola. Ricordiamo tutti le loro preoccupazioni: erano genitori preoccupati per l’incolumità dei propri figli, in un Paese civile e democratico.  
Perché, dunque, ai genitori di un Paese dove infuria la guerra civile, dove il Governo non solo non tutela la popolazione civile, ma inveisce addirittura contro di essa… perché a questi genitori, che vivono nel terrore per sé e per la propria famiglia, non è consentito il preoccuparsi e il cercare soluzioni per la sopravvivenza dei propri figli? Sono forse genitori inferiori agli altri genitori?
Amano forse meno i loro figli? La vita dei loro figli vale forse meno di quella dei nostri figli?
Si è genitori dovunque e si è figli dovunque: la morte degli uni o degli altri ha lo stesso carico di sofferenza a qualsiasi latitudine ci si trovi.
Il coraggio e la sofferenza di una madre e di un padre che affidano alle organizzazioni criminose la vita del proprio figlio, affinchè possano traghettarlo in terre lontane e sconosciute, nella speranza che abbiano una vita migliore della loro o perlomeno che non siano in pericolo di vita quotidiano… il loro coraggio è prova del loro grande amore oltre che del grande pericolo che corrono restando nel loro Paese.

Fermo restando il rispetto  per la libertà di pensiero e di parola, diritti sacrosanti, vorrei dire a tutti coloro che la pensano come gli interlocutori sopra citati, di assicurarsi, prima di esternare opinioni e convinzioni su questi argomenti così delicati, che ci sia in loro un ultimo frammento di cuore ancora in vita, perché, in chi rifiuta il soccorso a coloro che fuggono dalla morte, probabilmente  qualcosa dentro è morto da tempo.
Se un Governo, non solo non si prende cura della propria popolazione, ma la perseguita addirittura, tutto il resto del Mondo ha il dovere, umanitario e sacrosanto, di prendersene cura, di proteggere chi è in difficoltà o in pericolo di vita; è un suo esclusivo e prioritario dovere, perché ogni essere umano appartiene al mondo intero, senza distinzioni di sorta.
Un mondo che esclude i più deboli e che non si pone il problema di chi vive in mezzo alla guerra, è un mondo che ha problemi di ‘’umanità’’, cioè deve forse recuperare la sua originale identità di ‘’Umanità’’ intendendo per essa persone che non affondano barconi pieni di bambini e di donne incinte che fuggono dalla guerra!!!

Il grido ‘’salvate i nostri bambini’’, da parte delle popolazioni perseguitate, possa giungere  negli spigoli più acuti dei cuori di tutti gli uomini, che li aiuti a riscoprire la loro identità di uomini, a riconoscersi uomini nel volto terrorizzato dell’altro uomo, nelle lacrime spaventate di una madre, nel desiderio di vita di un bambino, nel sogno di una vita migliore per ogni essere umano.

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